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Il crollo delle illusioni in Antonio Manzini
La casa editrice Sellerio pubblica quello che è stato il romanzo d’esordio di Antonio Manzini, La giostra dei criceti.
L’autore ci narra la corsa disperata di “quattro criceti”, ovvero di quattro balordi di periferia che organizzano una rapina, che dovrebbe segnare il mutamento definitivo della loro vita. Svolta che crede di trovare anche un altro personaggio quando si imbatte casualmente in una grossa cifra di denaro. Svolta che contemporaneamente credono di aver ideato nei palazzi del potere per risolvere il problema dei costi delle pensioni.
Sono storie che si incroceranno in un vortice di avventure che si muovono tra il tragico, il comico e il grottesco. Non mancano i morti e tanto sangue a ricoprire una lotta impari, dove tutti cercano di ingannare gli altri. Tutti i personaggi sono eterogenei, in questo testo che unisce l’umorismo nero all’azione, e che getta uno sguardo impietoso su una realtà che unisce i quartieri periferici di Roma con i grandi e potenti palazzi del Ministero. Sono tutti alla ricerca spasmodica del colpo grosso, quello che sistema per sempre. Ma qualcosa andrà storto: una talpa nel gruppo farà saltare il colpo in banca, e di conseguenza all’interno della stessa scoppia una faida tesa alla scoperta dello “sporco doppio giochista”. L’impiegato rampante rimane, invece, invischiato nella palude olezzante del proprio passato. E’ un gioco al massacro che ricorda un po’ i libri di Lansdale. Un noir duro, scritto, però, con la solita giusta dose di ironia e di cinismo. La facciata di perbenismo e di finta compassione è frantumata con decisione, senza inutili filtri. Bellissimo il tratteggio spietato dei politici e dei carrieristi e delizioso il discorso che ad un certo punto mette in bocca ad prete: ragionamento strepitoso nella sua assurda e delirante logica.
Una lettura che nella sua drammaticità strappa sorrisi al lettore, inducendo alla riflessione. Uno spaccato di umanità tragicamente reale.