Dettagli Recensione
Quando tutto ebbe inizio...
Ho letto tutti i precedenti romanzi di Manzini con protagonista il commissario, anzi scusate vicequestore Rocco Schiavone (sottolineo questo, perchè Schiavone ci tiene ad essere chiamato vicequestore). Questo libro si può definire una sorta di flashback o ritorno al passato, infatti Marina la moglie di Rocco è ancora viva, anzi la coppia sta attraversando un periodo di crisi, Marina ha scoperto i "traffici poco puliti" di Rocco e per un momento non sa più chi ha sposato. Ma il nostro vicequestore si sta occupando, nello stesso tempo, di un caso complicato e cruento: l'omicidio di due ragazzi, uccisi con una coltellata alla nuca, dal ritrovamento dei corpi partirà l'indagine, che porterà Rocco ad indagare su un grande traffico di stupefacenti, avrà a che fare con persone senza scrupoli. A causa di questa indagine, Schiavone subirà un attentato, però lui si salverà, a morire invece sarà Marina. A mio parere questo libro non è un semplice giallo, ci permette di conoscere meglio Marina, ma anche Rocco, si capisce quanto amasse Marina e quanto fosse legato a lei, scopriremo anche una sua grande sensibilità. In questo momento gli staranno molto vicino i suoi amici: Furio, Brizio, ma soprattutto Sebastiano (leggete il libro e scoprirete cosa intendo). Insomma, Manzini si è superato, anche gli altri libri sono molto profondi e fanno riflettere. Ma questo credo sia fondamentale e ci fa innamorare definitivamente del vicequestore, che nonostante sia politicamente scorretto, nonostante la sua canna mattutina, le sue amicizie discutibili, i suoi atteggiamenti rudi e i suoi "traffici", è una persona coerente, che svolge bene il suo lavoro e lo rende, a suo modo, speciale.