Dettagli Recensione
I due volti della prigionia
Lo scorso Novembre Sandrone Dazieri è tornato nelle librerie con il seguito di “Uccidi il padre”, thriller del 2014 che ci ha fatto conoscere i protagonisti Dante Torre e Colomba Caselli. Il primo romanzo aveva lasciato non pochi interrogativi irrisolti, soprattutto per quanto riguarda la storia personale di Dante, e si può certo dire, senza fare alcuna anticipazione, che il mistero non si chiude con questo episodio e sarà necessario attendere il finale della trilogia per avere tutte le risposte.
Intanto ci possiamo godere una nuova rocambolesca e cinematografica avventura di questa coppia investigativa di grande impatto narrativo: Colomba, la poliziotta d’acciaio che un doloroso evento professionale ha quasi spezzato, e Dante, l’”uomo del silo” che, dopo aver passato l’infanzia in cattività, sembra immensamente fragile, tenuto insieme da manie, ossessioni e psicofarmaci, ma che trova sempre la forza per scoprire e combattere il male.
E di cose da scoprire ce ne sono davvero molte. Tutto prende il via da un vagone di prima classe del treno ad alta velocità Milano-Roma in cui tutti i passeggeri vengono trovati morti avvelenati. Un massacro. Un attentato terroristico. Ma qualcosa non va nel filmato di rivendicazione dell’Isis. Le domande e i dubbi sono tanti e, per cercare la verità, Dante e Colomba dovranno intraprendere un lungo viaggio inseguendo una scia di indizi in cui si mescolano oscure trame ordite ai tempi della Guerra Fredda, pericolose spie sovietiche, un’infernale prigione sperimentale ucraina denominata “La Scatola” e una spietata killer che si fa chiamare Giltinè, “L’Angelo” della morte. Dante e Giltinè, i due volti della prigionia. E’ lei il nemico da combattere, ma se non fosse il solo, vero nemico?
Rispetto al primo romanzo, in cui la vicenda ruotava intorno alla storia personale dei due protagonisti, questa volta Sandrone Dazieri mette in campo un antagonista esterno per un’avventura che mi è sembrata un po’ interlocutoria e meno coinvolgente della precedente, nonostante l’ottima caratterizzazione dei personaggi e il gusto per i dettagli cui l’autore ci ha abituato. Eppure devo ammettere di essermi a tratti un po’ persa tra i complotti e i riferimenti politico-economici di questa trama davvero complessa. Ma proprio quando stavo per perdere interesse, ecco che Dazieri ha giocato l’asso nella manica con un colpo di scena di quelli davvero strepitosi lasciandomi a bocca aperta, in attesa dell’epilogo di questa saga che profuma di film.
“Ma ci sono dei vantaggi ad essere un paria. Se sei un uccello che vola insieme agli altri non saprai mai quale forme meravigliose tracci nel cielo, vedrai solo il culo di chi sta davanti a te. La frustrazione è che quando racconti quello che vedi, nessuno ti crede”.