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L'anima nera dell'investigazione
Rocco è romano, vicequestore e corrotto. Politicamente scorretto, sessualmente ingordo, “clarks-omane” e recluso, per punizione, tra i monti valdostani, capaci di peggiorare il suo carattere.
Ha un pregio però, Rocco è capace, è la faccia oscura della Luna, ma è pur sempre la Luna, in grado di far innamorare, di attrarre, di emozionare.
Nel suo primo capitolo, lo troviamo impelagato con un omicidio in alta montagna (scala 10 delle rotture), proprio in quota, tra piste, chalet e gatti delle nevi. Al commissario, pardon vicequestore, si mescolano poliziotti, maschi e femmine, di variegata fattura, a rappresentare la sfaccettata umanità in divisa. Stereotipi, non banali del giovane promettente, della ragazza capace e avvenente, del sempliciotto bonaccione, tutti visti attraverso gli occhi del loro capo. Sono le sue spalle quelli che gli permettono di tirare avanti la trama, leggermente ritrita, e dipanare l'intreccio.
Ciò che affascina, insieme ai personaggi, è l'ambiente scenico, non solo la montagna, con le sue cime innevate, i suoi alberi, le sue abitazioni di legno, ma sopratutto personaggi che raccontano un mondo. Emerge la storia dei piccoli paesi, ricca di pettegoli e impiccioni, stracolma di imparentati, luogo fecondo di segreti noti a tutti.
Il linguaggio, secco, come il clima montano, e puntuale, come un sciatore di gigante, ci traghetta tra i profumi del vin brulé, i negozi di attrezzatura sciistica, i ristoranti caratteristici, dove si suppone, si collega e si deduce in attesa di tornare a Roma (forse!).
Da leggere.