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Metti un Ferragosto a Bologna...
E chiudiamo questo anno di letture con una botta adrenalinica niente male!
Avevo voglia di un thriller, di quelli che t'incollano alle pagine e, senza sapere quasi nulla, ho scelto proprio il libro giusto.
Divorato in poche ore, dal ritmo serrato e con un'idea di fondo molto originale, di cui non dirò nulla, ma proprio nulla...perché toglierei il gusto della sorpresa che, in libri come questo, è fondamentale.
Mi è piaciuta moltissimo l'ambientazione: una Bologna afosa, torrida, in una desolante domenica di Ferragosto, un palazzo semideserto, un ascensore e tre inquilini.
Riesci a percepire il caldo, ti senti sudaticcio, appiccicoso, dopo un po' incominci ad avere sete (tanta) e un desiderio spasmodico di buttarti sotto la doccia.
Claustrofobico quindi, e non solo per una questione di spazi ristretti.
Mi sono piaciuti anche gli interludi che l'autore ha inserito all'interno del racconto, i quali, anziché farti prendere una boccata d'aria dalla narrazione principale, non fanno altro che farti piombare in altri orrori: "la bambina che graffiava i muri" è stato il momento più orrorifico di tutti...
Mi è piaciuto tantissimo il finale, per me assolutamente inaspettato...
Certo, i personaggi sono un po' dei cliché, non sono proprio approfonditi benissimo, ma credo che lo scopo del libro non fosse quello di fare un'analisi psicologica e sociologica, ma quello di regalare brividi ed emozioni al limite dello splatter...e, in questo senso, il libro fa il suo sporco lavoro. E lo fa molto bene.
Insomma Morozzi è stata una scoperta interessante e mi ha fatto riassaporare il gusto del thriller, mio vecchio amore abbandonato da un po'.
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Commenti
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Buon anno anche a te!!!
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Buon anno!!!
marika