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Il prezzo del silenzio
E’ l’estate del 1936, Benito Mussolini trascorre le vacanze nella sua villa di Riccione e poco distante viene rinvenuto in spiaggia, dietro una duna, il cadavere di una nota prostituta, uccisa con un colpa di pistola di piccolo calibro penetrato in uno dei suoi occhi. Le indagini sono rapide e febbrili e nel corso dello stesso giorno portano all’arresto del colpevole, con tanto di meritato plauso del duce. Tutto semplice, quindi si direbbe, ma uno degli investigatori, l’ispettore Marino, un uomo umile e appassionato del suo lavoro, che vive un momento difficile poiché la moglie l’ha lasciato, non è convinto e, nonostante l’esplicito divieto del commissario, decide di intraprendere un’indagine non ufficiale. Da quel momento si sviluppa una vicenda intricata, con sviluppi che porteranno ad altre morti, in cui i sospettati sono diversi e tutti elementi di spicco del partito fascista. Fra adunate oceaniche e anche incontri intimi Marino procede spesso annaspando, talvolta vittima della sua intraprendenza, ma sempre deciso a far luce su quello che diventa a ogni ora un caso misterioso. C’è tanta carne al fuoco, tanta gente che da questo delitto cerca di ritrarre i massimi vantaggi e così, se anche si riesce poi a scoprire il vero colpevole, questi non verrà assicurato alla giustizia e il nostro ispettore, per una volta, converrà che è meglio tacere, che anche lui potrà avere così la tanto agognata promozione, tanto che nelle ultime pagine lo troviamo trasferito a Roma, in qualità di vicecommissario aggiunto al casellario politico centrale della Direzione Generale della Pubblica Sicurezza, un posto di tutta tranquillità, ma di rilevante importanza.
Lucarelli imbastisce un giallo politico in un’epoca del tutto particolare in cui i fatti di sangue dovevano avere il minor risalto possibile, tanto più questo che viene a toccare elementi del regime. La vicenda, pur se intricata, presenta una soluzione logica, ma si fa apprezzare soprattutto per i ricorrenti colpi di scena e per l’ambientazione, veramente ben rappresentata. Quella che invece é un po’ carente è l’analisi psicologica dei personaggi, appena abbozzata, protagonisti che sovente sembrano delle ombre che si affacciano sul palcoscenico. Nondimeno il romanzo é di gradevole lettura, vista la preminente finalità di svago, per quanto si strizzi un po’ l’occhio alla situazione attuale, in cui le rivalità fra politici portano ad attriti sovente indolori. Insomma, il giallo è piacevole da leggere, ma non è che si possa pretendere di più se non alcune ore di puro e solo moderato divertimento .