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Oltre il buio resta soltanto l’abisso
Donato Carrisi si riconferma con questo suo ultimo romanzo, da pochi giorni nelle librerie, un maestro del thriller psicologico, capace di prenderci per mano e condurci ancora una volta negli abissi dell'anima dove risiedono gli impulsi più oscuri e le paure più sommerse. Il male. Il buio.
E il buio è proprio il protagonista di questa storia. Un manto nero e irrealmente silenzioso si abbatte all’improvviso sulla città di Roma, complice un blackout di ventiquattrore e un’incessante tempesta. Gli abitanti della capitale vengono così travolti da una vera e propria eclissi tecnologica. Niente cellulari, niente internet, niente radio o televisione. Nessun numero di emergenza da chiamare. Nessuna autorità a garantire il rispetto delle regole. Le ombre avvolgono la solitudine e alimentano la paura, che si trasforma in una folle violenza capace di distruggere in poche ore ciò che l’umanità ha edificato nel corso dei secoli.
Ma se nelle tenebre si nascondesse anche un’Ombra diversa, più oscura e malvagia, che continua a uccidere infliggendo antichi riti di tortura? Come fare a muoversi nel buio per seguire una scia di indizi e ricostruire così quello che appare un piano malefico che sembra trovare compimento proprio nel trionfo del buio? A leggere le tracce e inseguire il male è ancora una volta il penitenziere Marcus con l’aiuto della tormentata poliziotta Sandra Vega.
Lo stile di Carrisi è inconfondibile. Una trama estremamente articolata e dagli schemi ben congegnati, in cui i diversi personaggi ed elementi narrativi si annodano via via rivelando l’intreccio complessivo. Il ritmo avvincente e le atmosfere cupe e claustrofobiche invogliano la lettura e garantiscono una notte insonne. Eppure il lettore sa che nulla è come sembra e rimane sempre col fiato sospeso in attesa del prossimo colpo ben assestato alla bocca dello stomaco. Carrisi non ha paura di esagerare e lo dimostra mettendo in campo davvero molti temi, dalla dipendenza tecnologica all’esoterismo, passando per l’introspezione psicologica di personaggi sempre in bilico sul confine tra desiderio di vivere, solitudine e sofferenza. Molti temi, persino troppi, forse. Ma chi sono io per trovare un difetto a chi sa ideare un’ambientazione così intrigante e una storia così corposa, pianificata fin nei minimi dettagli?
“Il tramonto è sempre più vicino, e il buio è un confine oltre il quale resta soltanto l’abisso”.
Anche dentro di noi.