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Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi
 
Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi 2016-10-21 14:02:47 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    21 Ottobre, 2016
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Il giallo italiano tra realtà e fantasia

“Il senso del dolore” è un piacevolissimo romanzo di Maurizio De Giovanni, ambientato a Napoli, negli anni trenta, all’epoca del fascismo. Il protagonista, il commissario Ricciardi, è un personaggio dotato di intuito, buonsenso e grande umanità. Insieme con Maione, fedelissimo collaboratore, affronta e risolve casi difficili e delicati. Lo schema del capo e del suo assistente non è certo nuovo nella storia della letteratura, basti pensare a Sherlock Holmes e Watson, a Nero Wolfe e Archie Goodwin, per citare i più famosi: si tratta di un espediente che anima e amplia lo scambio dialettico tra i personaggi, al fine di delinearne meglio il carattere e le peculiarità.
Ciò che più interessa in questo romanzo, al di là della trama che si dipana attorno a un omicidio avvenuto nello splendido teatro San Carlo, è la descrizione dei luoghi, delle strade di una Napoli degli anni trenta, da cui emerge povertà e benessere in una sorta di dolorosa convivenza, priva tuttavia di quell’odio feroce al quale la cronaca contemporanea ci ha abituato. È una Napoli che tenta di celare umiliazione, sopraffazione e inganno ora per paura, ora per rassegnazione. È in questa prospettiva che si comprendono personaggi come Vezzi, egoista, egocentrico e sprezzante dei sentimenti altrui, e, all’opposto, Michele, giovane innamorato e generoso oltre ogni limite e Maddalena, vittima del suo status sociale e dunque facile preda del disonesto.
Ricciardi, dunque, si trova ad agire in questo ambiente e lungi dall’applicare la legge in maniera vessatoria, viene incontro e si immedesima nei problemi e nei drammi personali degli indagati. Non esita, a questo fine, a venire in contrasto con i superiori, incurante di eventuali vantaggi che potrebbero derivargli dal farsi acritico servo del potere. In questo non dissimile dal popolarissimo Montalbano di Camilleri.
Ed è in questa dimensione umana, io credo, che risiede il vero successo di questo genere, il giallo italiano.Al lettore spesso piace scoprire nei protagonisti un po' di se stesso, ritrovarsi nelle loro debolezze e nei loro limiti e pensare di poterli superare con altrettanto impegno e volontà. Al lettore, in breve, piace spesso ritrovare nel protagonista quell’antieroe che alberga in sé.
Un discorso a parte richiederebbe la valutazione di quanto proficuo sia per un autore, dal punto di vista del mercato, incontrare l’interesse del pubblico, l’unico che sia in grado realmente di decretare il successo di un’opera. Certamente con Fruttero e Lucentini, con Faletti e Lucarelli, come con De Giovanni e Camilleri, la letteratura italiana si è arricchita di un genere che non è solo intrattenimento o evasione, è anche ritratto di un’epoca, fonte di ispirazione per cinema e televisione.

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Commenti

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Così anche tu sei stata colpita dalla passione per Ricciardi:))....io pian piano sto divorando i vari romanzi anche se andando avanti nella lettura colgo qualche pecca: De Giovanni tende ad essere un po' troppo ripetitivo a mio avviso, senza prevedere grandi sviluppi nelle vicende dei personaggi che fanno da contorno a Ricciardi.
Si, mi è piaciuto. Non posso però dare un giudizio complessivo perché questo è il primo che leggo. Capisco però che il rischio di diventare ripetitivi con questo genere di romanzi che si sviluppano sempre intorno allo stesso protagonista è grande.
Anna Maria, la tua bella recensione mi fa riconsiderare questo autore che mentalmente avevo catalogato come scrittore di sottogenere, commerciale e seriale. Anche per questo di lui non ho mai letto nulla.
Ciao Emilio. Sinceramente non lo considererei un sottogenere. So che è difficile riconoscere dignità letteraria al giallo in generale, ma sicuramente bisogna fare dei distinguo. In fondo anche Il fattaccio di via Merulana di Gadda ė un giallo, eppure quale innovazione ha portato nella letteratura italiana, soprattutto per quello che riguarda la lingua. In ogni caso questo è un tema assai controverso e in verità non ho certezze assolute.
SARY
25 Ottobre, 2016
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Devo proprio iniziare a leggere questa serie.
Piacevole! Se non tutti almeno qualcuno vale la pena leggerlo.
Sì, é piaciuto pure a me, perché era uno dei primi, ma poi i successivi sono andati sfilacciandosi, con l'elemento giallo sempre più esile e con una accentuazione melodrammatica che non mi soddisfano più.
Eh, purtroppo questo è il rischio, quando si insiste sugli stessi temi e gli stessi personaggi!
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