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Acqua… acqua… colpito… affondato!
Esiste una regola non scritta che vale per tutti i romanzi polizieschi. Nessun investigatore, professionale o dilettantesco che sia, può concedersi un periodo, anche breve, di ferie: i crimini continueranno a perseguitare le sue celluline grigie anche in vacanza. Questa regola vale pure per il "barrista" di Pineta, Massimo, e per la sua novella fidanzata, il vicequestore Alice. Avevano programmato una gita di una settimana in Portogallo e, manco a farlo apposta, il giorno prima della partenza viene trovato sulla costa del paesino balneare il cadavere di una bella ragazza, martoriato dagli scogli. Inizialmente pare che la cosa sia risolta in modo rapido con il riconoscimento del corpo da parte di colui che l’aveva assunta come badante per la madre oltre che da un folto gruppo di amiche, tutte ucraine. Poiché l’inchiesta è avocata dalla questura di Pisa i due partono sereni, ma vengono richiamati dopo pochissimi giorni perché un atto vandalico (forse addirittura terroristico di matrice islamica!) minaccia la serenità di Pineta. Si scoprirà presto che questo fatto è strettamente legato al ritrovamento del corpo della ragazza. Quindi si avvieranno le indagini, con i quattro impavidi vecchietti del Bar Lume alacremente a caccia di indizi. La soluzione finale, dopo una serie di colpi a vuoto come nel gioco che dà il titolo alla storia, verrà suggerita al solito Massimo da una frase di Aldo e si rivelerà abbastanza sorprendente.
Il periodico appuntamento con Malvaldi è sempre un piacere. Lo scritto brioso e impeccabile. Le battute brucianti e divertentissime e pure intelligenti. L’accurata descrizione dell’ambiente e dei personaggi. Tutto complotta a dar vita ad un romanzo piacevole e distensivo. Però…
…però ho avuto come la sensazione che “La battaglia navale” sia stata scritta “con la mano sinistra”. È stato, forse, l’eccesso di battute, talvolta di sapore un po' troppo goliardico. Forse è dovuto al fatto che l’A., ormai consapevole che l’insieme degli ingredienti che usa funziona sempre e comunque, si è distratto o, meglio, si è concentrato a dire cose che aveva in mente anche se non perfettamente consone alla storia narrata. Forse è dipeso dal desiderio del dott. Malvaldi, ricercatore in chimica, di montare in cattedra e tenere una serie di lezioncine di matematica, fisica, e psicologia. Forse è l’insieme di tutto ciò e di altri piccoli nei che mi fa ritenere quest’ultima opera un po’ inferiore alle altre, pur essendo gradevolissima e divertententissima.
La trama poliziesca, tra l’altro, è stata gestita più accuratamente che in passato e la soluzione finale arriva abbastanza a sorpresa, anche grazie al fatto che non tutti i dati vengono forniti tempestivamente al lettore perché possa fare le sue deduzioni. I vecchietti del bar, poi, sono sempre esilaranti, anche se qui più sotto tono e lasciati un po’ sullo sfondo della storia. Resta la sensazione (ed il rammarico) che Malvaldi si stia stancando dell’ambientazione e cerchi nuovi stimoli altrove.
Vorrei concludere, riproponendo una mia umile preghiera alla Sellerio, che, ovviamente, neppure leggerà queste mie righe. Ormai la storia dei personaggi del Bar Lume si dipana come una simpatica telenovela e, talvolta, il lettore è più interessato a seguire lo sviluppo delle vite dei personaggi, piuttosto che la trama gialla del momento. Purtroppo l’intercalare, tra un romanzo ed un altro, di uno o più racconti, inseriti in antologie collettanee, lascia dei buchi a fatica colmabili. È vero che Malvaldi si cura di fornire nei capitoli iniziali di ogni nuovo romanzo le informazioni essenziali sul “cos’è accaduto nel frattempo” (e nel caso specifico i fatti sono tanti), ma resta la sensazione di incompletezza. La stessa sensazione che si provava (prima di Facebook) incontrando gli “amici delle vacanze estive” dai quali si era restati separati per mesi. Ogni volta si deve riempire questa lacuna che si teme piena di avvenimenti spiacevoli, o, se anche lieti, dai quali siamo restati esclusi. Poiché è onestamente difficile poter seguire anche le antologie, sempre più numerose, rinnovo la richiesta all’Editore per una antologia che racchiuda tutte le storie brevi ambientate a Pineta. È una operazione rapida che è stata già fatta per altri scrittori della scuderia Sellerio. Credo che ormai sia giunto il momento anche per Malvaldi: un affezionato lettore come me la comprerebbe di sicuro anche se avesse già letto più della metà dei racconti editi precedentemente.
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