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Bacci Pagano, al vostro servizio..
Tante cose sono cambiate nella vita di Bacci Pagano, investigatore privato di tutto rispetto nonché segugio di prima qualità. Non solo è stato costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico di ben dieci ore, un'operazione in cui un chirurgo cinese è riuscito con gran maestria a salvare la sua spina dorsale nonché la sua vita di uomo autosufficiente, ma ha anche dovuto fare i conti con la misteriosa morte dell'amico senatore Cesare Almansi a causa di un incidente d'auto, circostanze alle quali si viene ad aggiungere il pensionamento del commissario Pertusiello, spalla insostituibile per il detective.
Così, in questa torrida estate genovese e con questi presupposti, Bacci viene convocato nella bella villa di Albaro dai coniugi Selman rei confessi di aver adottato un ragazzo, Bernardo/Giovanni, all'età di otto anni in quello che era l'inferno colombiano di Santiago di Cali. Il figlio è un giovane arrabbiato, confuso che non sa qual è il suo posto nel mondo. Con i genitori adottivi ha un rapporto distorto, non sente l'autorità di Giacomo, il padre, poiché “uomo senza palle” mentre ha al contrario con la madre assente, Jacqueline, un legame di pudore, di pacifica e concordata distanza a causa di un episodio adolescenziale. Il sedicenne non ha guide, non ha dialogo, non ha confronto. Non ha fatto “pace” con il suo essere stato prole di narcotrafficanti brutalmente uccisi e non ha risolto quei dubbi propri di un'esistenza di povertà e spaccio di droga che hanno caratterizzato la sua infanzia, tanto che adesso che vive negli agi ma in una famiglia di apparenza dove non esiste un canale di conversazione, si rituffa in quel mondo da cui tanto gli adottanti hanno cercato di strapparlo. Il problema è che la cocaina che egli commercia è di una qualità diversa da quella presente sul mercato e controllata dalla mafia. Cosa si nasconde dietro a questo dettaglio? Che la sua vita sia in pericolo? Che sia entrato in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti legato alla FARC, le forze armate rivoluzionarie colombiane?
Per Bacci non c'è altra scelta, non può fermarsi al solo ritrovamento di Giovanni, deve andare oltre; deve far luce sul mistero.
Con “Fragili verità” Morchio non si limita a dar vita ad un romanzo accattivante capace di tenere il lettore incollato alle pagine, ma riesce anche a dare luce ad un elaborato solido e fornito di una trama chiara, che non lascia dubbi e perplessità, uno scritto cioè munito di tutti gli elementi necessari per essere apprezzato senza risultare eccessivo. Può inoltre leggersi tranquillamente a prescindere dall'aver o meno avuto modo di conoscere dei precedenti episodi.
Altro carattere peculiare dello scritto è lo stile narrativo adottato. La penna dell'autore è ricca, forbita, acuta, diretta ed affascinante. Arriva diritta al cuore di chi legge, lo conquista e lo invoglia ad andare avanti sino a giungere alla risoluzione del mistero. Una piacevole scoperta.
«Invecchiando abbiamo capito che la verità è un'essenza fragile, da maneggiare con cura. Per la sua natura così aleatoria e perché può diventare pericolosa per coloro che vi sono implicati» p. 14
«Il fatto è che non possiamo essere totalmente coscienti delle ragioni che muovono le nostre scelte. Del resto, la consapevolezza alza tra noi e le nostre azioni una barriera fragile come cristallo, basta poco a mandarla in frantumi. Perciò la vita è per gran parte impegnata nell'ingrata occupazione di raccogliere cocci. Forse siamo più vulnerabili di quanto vogliamo credere, e le verità che sostanziano il nostro sapere sono anch'esse fragili e troppo astratte per regolare la complessità dell'esistenza» p. 116