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La sostanza del male
 
La sostanza del male 2016-07-07 12:32:59 pirata miope
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
pirata miope Opinione inserita da pirata miope    07 Luglio, 2016
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NOSTALGIA

“La sostanza del male” dell’esordiente Luca D’andrea, ci viene detto, è diventato ancora prima di uscire un caso internazionale: sarà infatti pubblicato in ben trenta paesi. Leggendolo però solo in un secondo momento ho preso in considerazione le qualità effettive del giallo: infatti seguendo il racconto fin dalle prime pagine ho iniziato a sentire nostalgia, una profonda nostalgia, della mia lingua madre, dell’italiano, quell’idioma antico di secoli, innervato tutto nelle sfumature lessicali e sintattiche, che, dicono i pessimisti, è destinato a scomparire a favore di una sorta di una koinè/ lingua comune che ha come base l’inglese. Non mi si fraintenda, D’Andrea non è scorretto e il suo thriller per gli amanti del genere non ha grossi difetti, tuttavia, non è certo una novità, il suo è un italiano standard, senza storture creative, coniato già per essere tradotto in inglese ed abbracciare il ricco mercato anglosassone. Detto questo, do atto al libro di seguire le regole base del buon prodotto editoriale: lo sfondo è il Betterbach, una gigantesca gola, in un piccolo centro nel Sud Tirolo, ove si sente “il peso del tempo”e ove i mostri preistorici paiono essere sopravvissuti. Il mistero di un efferato crimine lì avvenuto molti anni prima sprigiona una sorta di fascino malefico che spinge il protagonista Jeremiah, un autore televisivo newyorkese, giunto lì in vacanza con la famiglia a penetrare i segreti del microcosmo e a disseppellire verità scomode. Come ci si attende, la necessità di scendere letteralmente nei recessi della terra per capire provoca quasi lo sfaldamento dell’idillio domestico pronto però a rinsaldarsi una volta rimosso il mostro e ristabilito l’ordine. Non male in definitiva, ma tutto come previsto.

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Commenti

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Bella la tua iniziale sottolineatura... in un momento in cui caso vuole che io stia leggendo Umberto Eco...
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pirata miope
09 Luglio, 2016
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grazie ma purtroppo per me io non faccio testo.

07 Novembre, 2016
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Trovo che l'appunto sulla lingua abbia un qualche fondamento; ma forse si tratta di un modo per rendere più veloce e frizzante lo scorrere della narrazione, vista la tipologia della stessa. Mi pare un libro nel complesso ben riuscito, ovviamente nei limiti del genere "thriller".
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