Dettagli Recensione
Il silenzio dei colpevoli
Enrico Mancini, commissario, profiler specializzato a Quantico in Virginia in crimini seriali nel suo passato è stato spettatore di un killer invisibile e spietato che pone fine alla sua vita coniugale ammazzando la moglie. Da quel momento non riesce più a posare lo sguardo sui corpi delle vittime.
Una donna viene ritrovata cadavere nei pressi del colonnato della basilica di San Paolo.
Il caso viene affidato al commissario Mancini ma per la prima volta decide di rifiutare un’indagine ma che è costretto a portare avanti.
Una serie di efferati omicidi, dislocati nelle zone periferiche di Roma (come il Gazometro e il Mattatoio) mette in subbuglio una capitale dark come mai si è vista finora. L'autore infatti coglie le ombre che gli storici monumenti proiettano distanti anni luce da come noi turisti, io per primo, siamo abituati a vedere.
È un thriller molto duro, senza mezzi termini che mi ha lasciato l'amaro in bocca. Solo in alcuni punti centrali la lettura è un po' impastata e fatica a scorrere, per il resto ho trovato l'opera di Zilahy Mirko pregevole. Nel finale, il numero di vittime e la colpa che il killer attribuisce loro mi ha fatto credere che l'autore volesse concludere il romanzo allo stesso modo di un noto film (che non cito per non fare spoiler) ma per fortuna il finale è ben diverso.