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Ad occhi chiusi
 
Ad occhi chiusi 2016-05-31 10:53:27 Antonella76
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    31 Mag, 2016
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Guerrieri...mon amour.



Non è un segreto, Carofiglio, per me, è come un balsamo.
Un porto sicuro in cui approdare quando voglio coccolarmi.
La sua scrittura, le sue storie, i suoi personaggi, hanno sapore di casa, di consolazione.
Mi piace molto il personaggio dell'avvocato Guerrieri, mi piace la sua fragilità, la sua vena malinconica, il suo sentirsi spesso socialmente inadeguato e la sua ironia dolceamara.
Conosco i suoi dubbi, le sue incertezze, e mi ci riconosco.
E poi adoro seguirlo per le strade della sua Bari notturna, silenziosa e custode di tutti i pensieri tormentati delle sue notti insonni.
In questo romanzo Carofiglio affronta temi particolarmente scottanti e attuali: la violenza sulle donne, lo stalking e l'abuso sui minori consumato fra le mura domestiche.
Direte..."niente di nuovo"...già, tutto abbondantemente affrontato in letteratura, ma Carofiglio lo fa in punta di piedi, senza pretesa di scavo psicologico da grande conoscitore dell'animo umano, ma con gli occhi di chi si imbatte in queste realtà senza esserne preparato, e quindi ne accusa il colpo e lo sgomento in maniera del tutto genuina.
L'identificazione, quindi, è immediata. L' emozione anche.
Alcune pagine sono davvero toccanti.
Ho trovato un giusto dosaggio ed equilibrio tra terminologia tecnico processuale, suspance e introspezione.
Tutto è comprensibile, anche per chi, come me, non è avvocato e non "mastica" il mestiere.
È un giallo giudiziario che, oltre alla trama principale, vive di tante sotto-storie capaci di rapire il lettore, di farlo sentire piacevolmente "dentro" le pagine, complice anche la qualità della colonna sonora che Carofiglio non manca mai di regalarci, i continui rimandi alla buona letteratura (su tutti "Le notti bianche"), all'arte (Hopper)...
In questo libro, poi, ci sono delle "chicche" sulle arti marziali, come la leggenda del salice piangente e il principio della cedevolezza, che chi come me pratica Ju-jitsu da oltre vent'anni, non può non apprezzare grandemente.

"Quando mi sveglio penso sempre proprio questo. Potevo essere tante cose che non saranno, perché non ho avuto il coraggio di provarci. Allora apro – o chiudo? – gli occhi, mi alzo e vado incontro alla mia giornata".

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