Dettagli Recensione
Luci e ombre nella vita del commissario
Non conoscevo alcun libro di Marco Vichi, ma dopo "Morte a Firenze" ne leggeró sicuramente altri.
Ció è dovuto al fatto che questo romanzo ti cattura, in un modo o nell'altro.
Non si tratta di un vero e proprio giallo, niente a che vedere con le indagini intricatissime condotte dalle menti geniali dei personaggi coniati magari da Dan Brown. Questa è, piuttosto, la storia del commissario Bordelli, un commissario come tanti altri, con le sue amicizie "sporche" e i suoi tanti vizi, dalle sigarette alle puttane, senza tralasciare i fantastici piatti della tradizione fiorentina.
Un commissario che, verosimilmente, a tratti non sa dove sbattere la testa, e si riduce a coprire il tempo con delle passeggiate per alleggerirsi dalla consapevolezza che non riuscirà a trovare gli assassini di Giacomo Pellissari, un bambino ritrovato morto in un bosco.
Questa è la storia di un uomo capace di innamorarsi, interessato al nuovo, ma ancora tempestato dalle immagini di guerra. Semplicemente una persona come tutte le altre.
Nonostante non ci sia modo di divertirsi dietro le "ragnatele" intessute generalmente dai protagonisti dei gialli, in questo romanzo c'è ben altro da apprezzare; dalla capacità dell'autore di far respirare l'atmosfera di Firenze , a quella di sconvolgere emotivamente senza alcuna remora.
"Morte a Firenze" è un'opera degna di nota, di quelle che si ricordano, di quelle che vorresti non finissero mai, magari per sapere cosa farà il commissario, o cosa ne sarà di Eleonora..