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"Io so cosa si prova quando si uccide un uomo, lo
Appena finito di leggere "La volpe meccanica", ci ho messo due ore, perché come tutti i noir scritti bene non riesci a staccarti fino alla fine; e l'ho scelto perché nel pomeriggio avevo letto - della stessa scrittrice, Mariolina Venezia - Maltempo, che mi era piaciuto moltissimo, e volevo vedere se anche questo manteneva le promesse.
In questo noir, molto molto particolare, la vicenda si gioca fra tre figure: la protagonista, di cui NON SAPPIAMO il nome, suo marito, che per tutto il romanzo è "suo marito" e basta, e il fratellastro di suo marito, Andrea, l'unico personaggio di cui sappiamo il nome.
Non sto a riassumervi la trama, lo ha già fatto bene Bruno Elpis, che l'ha recensito per primo; a me del libro mi ha colpito lo stile, è tutto un discorso fatto in prima persona dalla protagonista, stile intimistico-introspettivo, filone di cui il capostipite è stato Arthur Schnitzler (Doppio sogno, Il ritorno di Casanova ecc.) ; e riguardo al contenuto, spiccano le descrizioni, che il marito chiede a sua moglie, degli amplessi tra lei e Andrea, descrizioni che di cui il marito vuole sapere i più minimi particolari: quante volte, come l'hanno fatto, in quali posti, chi ha cominciato, ecc. Ne viene fuori un misto di romanzo tra il noir e l'erotico, l'unione di eros e thanatos, che si realizza al culmine di un amplesso, in cui lei taglia le vene a lui e al momento dell'orgasmo, "La vita e la morte uscirono a fiotti dal suo corpo, e io le accolsi dentro di me". Alla fine, avendo ancora in testa maltempo, ho la sensazione che questo breve scritto di 80 pagine, sia sto per Mariolina Venezia più un "esercizio letterario", che altro, un voler mettersi alla prova a scrivere su un copione già scritto da altri, e manca del tutto l'ironia, le trovate che avevano reso Maltempo così divertente.
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