Dettagli Recensione
Un libro che colpisce il cuore e fa riflettere
Affascinante. Inquietante. Emozionante. Commovente.
Sono solo i primi aggettivi affiorati alla mia mente nel corso della lettura del romanzo.
Non sono mai stata appassionata di storie fantasy, horror et similia, ed è stato automatico per me avvicinarmi a "La danza delle marionette" con qualche perplessità ed un po' di pregiudizi: quelli tipici di chi sa che dovrà approcciarsi alla solita storia trita e ritrita di vampiri, elementi sovrannaturali, e così via.
Mai impressione fu più sbagliata: non vi è nulla di banale o scontato in questo scritto.
La gamma di sensazioni che derivano dalla lettura è molteplice, così come le sfaccettature di ogni personaggio, compresi quelli minori, ben tratteggiati.
La storia racconta, da un lato, i dissidi ed i giochi di potere di antichissime famiglie di vampiri in perenne lotta fra loro, ognuna delle quali ha una propria concezione del ruolo che i “non morti” devono avere nella realtà degli umani; dall’altro lato narra le vicende di alcuni mortali, la cui vita si intreccia con quella dei vampiri, in particolare di Angus, il protagonista.
Egli è “il Samaritano”: un vampiro atipico, un vampiro “buono”, che anela ad una sorta di redenzione del suo stato di “non morto”, attraverso sentimenti di tenerezza e di amore nei confronti dei propri protetti mortali. Angus si nutre di chi fa del male a coloro che protegge, e ciò lo fa sentire ancora vivo. E amato.
Ciò che maggiormente ha destato il mio interesse è stato proprio lo spessore descrittivo ed emotivo che accompagna i personaggi, pagina dopo pagina: Angus "esce" dal libro, pare di vederselo davanti, col suo soprabito dal bavero alzato, i capelli lunghi, l'incedere elegante e misterioso e lo sguardo penetrante e magnetico.
Il suo carattere complesso – così come quello degli altri personaggi – è delineato accuratamente, e le sue sensazioni ed emozioni sono descritte in maniera così efficace che il lettore si trova a provarle egli stesso, in modo forte, totale, coinvolgente.
Interessante poi la scelta di attribuire ad Angus un olfatto particolarmente sviluppato: è attraverso questo che egli percepisce tutto ciò che gli è intorno, che siano emozioni altrui, odore di sangue o altro (in una scena, ad esempio, Angus avverte che la terra "profuma di ghiaccio").
Originale infine l’introduzione di una citazione biblica ad hoc all’inizio di ogni capitolo, così come le frequenti citazioni musicali: amplificano le emozioni che la lettura regala e permettono di visualizzare e vivere con maggiore intensità scene ed immagini che si susseguono nella narrazione. Quasi un film, insomma.
Nella quarta di copertina l’autore fa un’affermazione piuttosto forte, ma a mio parere pienamente condivisibile: “Amare può essere crudele. E pericoloso”. Il romanzo ne è puntuale conferma, trattando del tema “amore” in ogni sua accezione, dalla più nobile alla più imprevedibile, perversa ed aberrante. E senza mai cadere in banalità o retorica sterile. Al contrario, questo libro rappresenta per il lettore la piacevole scoperta di uno scrittore che, evidentemente, l’animo umano lo conosce bene.
“La danza delle marionette” è il primo romanzo di Luca Buggio, ma non lo si direbbe: lo stile, il talento e la capacità descrittiva e di ritmo non fanno certo rimpiangere autori blasonati.
Fabiana