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L'IRRAZIONALITA' DELLA VITA IN DUE RELAZIONI.
L'esistenza di Mauro Assante, ispettore di banca, è la normale vita di un qualsiasi, comunissimo impiegato: le ore in ufficio, i rapporti formali coi colleghi, una casa, uno stipendio, una moglie, un figlio. Mauro è un tipo in gamba, diligente, caparbio e sveglio, fedele alla sua famiglia e molto, forse troppo abitudinario; non si fida mai ciecamente del prossimo, chiunque egli sia, non si lascia andare, ha pochi amici, è portato istintivamente ad analizzare in modo pragmatico gli accadimenti attorno a sé, convinto, forse inconsciamente, che la realtà abbia un che di meccanicistico, in un puro susseguirsi di cause ed effetti privi di qualsiasi, imprevedibile sbandamento. Tutto calcolabile, nei dettagli: il trionfo del metodo cartesiano.
Mauro ha errato nei suoi calcoli, però.
Due relazioni, una cartacea e una interpersonale, entrambe fatali, condurranno la tranquilla vita del dottor Assante verso il fondo, attraverso il tunnel oscuro di un tremendo complotto. Alla fine del quale, niente sarà più come prima.
Un romanzo davvero avvincente, con un ritmo degli eventi palpitante.
Camilleri, lasciato per un attimo il commissario Salvo Montalbano, si conferma un maestro nei racconti di suspance e ne "La relazione", d'accordo con l'utente Elpis, credo che ci siano forti tratti riconducibili ai temi e alla struttura narrativa del cinema di Hitchcock: la caduta dell'uomo comune, di solito una persona di buona cultura, e di tutte le proprie certezze, in un'oscura vicenda che l’involge; il conflitto morale del protagonista (Assante tradisce sua moglie Mutti); quindi il suo impegno ad investigare in prima persona per uscire vittorioso dall'inestricabile matassa. Che, invece, finirà nel romanzo per avvolgere tristemente e definitivamente il nostro protagonista.
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