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Le sviste
La giostra è un gioco divertente, salirci è un'avventura, s'inizia a girare e ben presto gli sguardi si confondono, le rapide occhiate a ciò che è fuori ingarbugliano le idee. Correre in tondo modifica la percezione, abbaglia e con facilità più non si distingue un insetto con l'altro, due litiganti avvinghiati nella lotta, un testimone da un ladro, uno scherzo di cattivo gusto da un rapimento. Il senso di stordimento assale, l'atmosfera giocosa s'incupisce e la voglia di scendere dalla giostra si fortifica.
La discesa è transitorio, è stordimento nello stordimento, è inganno nella truffa, ogni scelta, ogni movimento è pantanoso, limaccioso, ma quando l'azione finisce gli occhi vedono chiaro e il pensiero si fa trasparente, finalmente si riesce a capire, i pezzi si compongono e il caso si risolve.
La giostra è la vita di Montalbano, sempre più vecchio, sempre più stanco, sofferente in questa nuova corsa contro il “male” e sempre più scoraggiato malgrado raggiunga la corretta soluzione.
Non ci dobbiamo stupire più di questa evoluzione, Montalbano è una persona, non un personaggio e la sua vecchiaia inarrestabile, ma il suo declino non è ancora arrivato, è acuto e furbo come sempre. Gli anni gli appannano l'anima, non la perspicacia e la coscienza, permettendo alla giustizia, riletta da sempre in maniera personale senza ottusità, di trionfare.
Se ci si aspettano i fuochi di artificio si rimarrà delusi, la certezza è quella di trovare un vecchio amico, i luoghi di sempre i fedeli compagni di ogni avventura ben caratterizzati e credibilmente strutturati, ma nulla più.
Infondo, questo basta, giusto?