Dettagli Recensione
Un breve racconto
"La targa" di Andrea Camilleri altro non è che un brevissimo racconto, per il quale pubblicare un intero libro può sembrare eccessivo. Questo non vuol dire che non sia stata una lettura piacevole, sostengo soltanto che se questa non occupa più di un'ora del mio tempo non può essere altro che un breve racconto. Ne "La targa" Camilleri scrive in dialetto siciliano, sappiatelo, ma ci tengo ad aggiungere che è molto semplice e facilmente comprensibile. Mi sento di dirvi che lo leggerete senza difficoltà.
La storia è basata sulle vicissitudini successive alla morte di Emanuele Persico, un vecchietto e fervente fascista. La sua morte inconsueta lo metterà in buona luce, tanto da fargli meritare una targa: al suo nome sarà intitolata una strada della città di Vigata. Allo stesso tempo però, sorgerà più di un dubbio sul suo misterioso passato, che gli varrà innumerevoli variazioni dell'appellativo da accompagnare al suo nome sulla famigerata targa, e anche repentini cambiamenti di opinione nei suoi confronti.
Da morto, Persico passa dalla gloria all'infamia, dall'infamia alla gloria con una facilità disarmante, il tutto a dimostrare la suscettibilità e la volubilità mentale del popolo italiano sotto il governo fascista. C'è da dirlo, in quel periodo storico, ce la siamo vista davvero "nera".
Un po' una riflessione critica, un po' racconto ironico, questa piccola opera di Camilleri è da consigliare agli estimatori del maestro e a chi cerca una lettura velocissima e leggera, anche se € 10 per racconto così breve effettivamente sono un po' troppi, a mio modesto parere.
"Supra alla targa, scrivemoci semplicemente 'Emanuele Persico - Un Italiano' e finemola ccá, proponí il consiglieri Bonavia. Fu accussí che la strada tornó a chiamarisi Via dei Vespri Siciliani."
Indicazioni utili
- sì
- no