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Il male è gratis
Due anni dopo l’incredibile successo riscosso dall’opera prima “Il Suggeritore”, nel 2011 Donato Carrisi ha inaugurato un’altra serie con “Il tribunale delle anime”. Nuovi protagonisti, differente ambientazione, stesso nemico. La malvagità umana, in tutte le sue sfaccettature.
In una Roma grigia ed inondata da frequenti piogge, una ragazza poco più che ventenne di nome Lara è scomparsa, forse a causa di un rapimento.
Due personaggi, per motivazioni diverse, si interessano al caso.
Il primo è Marcus. È un penitenziere, un “cacciatore del buio” abituato a riconoscere il male e a prevederlo in virtù della sua capacità di immedesimarsi nella psiche criminale. L’altra è Sandra, agente della polizia esperta di foto-rilevazioni nelle scene del crimine.
Stavolta il nativo di Martina Franca cambia registro ed ambienta la storia in una precisa e definita località.
La serie che ha per protagonista Mila Vasquez, nei due romanzi “Il Suggeritore” e “L’ipotesi del male”, è infatti caratterizzata dall’assoluta assenza di riferimenti geografici, come a ricordare sinistramente quanto il male sia diffuso ovunque intorno a noi.
Stavolta la storia, suddivisa in numerosi flashback, è ambientata principalmente a Roma. La Città Eterna contribuisce a conferire al romanzo un certo fascino solenne, nonostante il cielo perennemente coperto.
L’eterna lotta tra bene e male, entità separate da un confine labile in cui si muovono personaggi tormentati ed irrisolti, è un vero e proprio marchio di fabbrica dell’autore italiano. A questa dicotomia Carrisi affianca la presenza della “Paenitentiaria Apostolica “, il più antico dicastero e primo dei Tribunali della Curia Romana, addetto a giudicare i peccati dell’umanità.
Secondo la leggenda, alcuni crimini attiravano l’attenzione della Chiesa cattolica per la presenza di un’anomalia di carattere simbolico o per la particolare violenza del reato. Una speciale categoria di sacerdoti si occupava quindi di analizzare e classificare questo tipo di omicidi, talvolta aiutando indirettamente le Forze dell’Ordine. Erano i cosiddetti penitenzieri, come Marcus.
È un astuto tocco gotico e tenebroso che garantisce maggiore mistero al romanzo, un buon thriller nonostante qualche leggera forzatura e una trama non esente da eccessive complicazioni.