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“La gente, son persone”
“La gente, son persone” dice il sindaco di Montesodi Marittimo, arroccato borgo toscano abitato da una manciata d’anime, che fa da scenario a questo simpatico giallo.
E le persone, con la loro caratterizzazione paesana dal gusto tutto italiano, sono il cuore che rende questo libro così vivo e spassoso: le atlete rosarianti che sgranano a tempo record per tornare alle loro cucine, la maestra napoletana che dopo trent’anni è ancora considerata “una che viene da fuori”, il goliardico bar mono-marca e mono-fede-calcistica, le chiacchiere da sagrato sulla “cornificazione” collettiva che imperversa in paese. L’autore è davvero capace di farti immergere, con ironia, intelligenza e senso dell’umorismo, in questo microcosmo motesodano con le sue battute vernacolari e le sue trovate così toscane.
Per quanto riguarda la trama giallistica, l’impianto è quello classico (che più preferisco) con un delitto, una rosa di possibili colpevoli ristretta a pochi candidati, causa inaccessibilità del paese dovuta a una tempesta di neve, e una serie di indizi che via via disvelano la verità. La risoluzione non richiede di scomodare Poirot o Miss Marple, ma la storia è comunque carina e ben scritta e l’ambientazione irresistibile.
Una lettura leggera, capace di strapparti una bella risata. E non è poco.