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Tragedia al circolo dei nobili di Vigata
A Vigata si verifica una anomala sequenza di decessi, seguita da una strage con quattro morti in un colpo: una nuova sfida per Montalbano? No, perché il commissario non era ancora nato né come personaggio, visto che questo romanzo di Camilleri è stato scritto nel 1992, quindi antecedente a “La forma dell’acqua”, il primo libro in cui compare la figura del commissario; né soprattutto per l’anagrafe, poiché “La stagione della caccia” si svolge nella Vigata del 1880.
Avendo un ricordo molto positivo della prima lettura l’ho ripescato dalla zona della libreria dedicata a Camilleri, dove giaceva da almeno due decenni, alla ricerca di un libro piacevole per le letture o riletture estive.
La scelta ha confermato il divertimento del primo incontro con uno dei migliori libri dello scrittore siciliano, anche se mi è mancato, ovviamente, il colpo di scena finale che, alla precedente lettura, avevo trovato all'altezza dei migliori gialli. Se il contesto geografico è quello di Vigata, il racconto ci porta nella realtà sociale ed urbana del periodo storico immediatamente successivo all'unificazione italiana. Dopo una serie di morti "naturali"che colpiscono la famiglia di un marchese locale, la vicenda vira repentinamente in un giallo-nero, che sconvolge la monotona quotidianità del "Circolo dei nobili" di Vigata. La concatenazione degli eventi luttuosi sarà svelata, come da regola dei libri gialli, nelle pagine finali, ma non grazie alle indagini di qualche soggetto preposto a tale compito.
Entra in scena, per uscirne in sequenza, una serie di personaggi, descritti con graffiante ironia, divertenti figurine che fanno da contorno alla storia di una caparbia infatuazione. Il racconto, in cui abbondano episodi boccacceschi, è narrato con lo stile che é proprio di Camilleri: in questo libro nel siculo- italiano, che è una sua esclusiva, la componente siciliana è più marcata rispetto a romanzi successivi, tanto che nella citazione di piante o di animali si vorrebbe disporre di un glossario.
Dopo la lettura si veda la nota finale in cui Camilleri racconta quale episodio storico gli ha fornito lo spunto per il romanzo: a dimostrazione che alla creatività basta uno stimolo da poco per elaborare una bella trama.
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Emma Montini- Fondazione Veronesi- Roma