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MICROBI FRA LE GALASSIE
Il commissario Bordelli, protagonista di molti romanzi di Marco Vichi, tenendo gli occhi chiusi immagina di passeggiare fra le galassie, guardando da molto lontano la sua città ,Firenze, e il suo mondo. Stando lassù si rende conto di essere un insignificante microbo fra microbi altrettanto insignificanti. Eppure è proprio il sentimento di essere un nulla rispetto all’immensità del cosmo a rendere grande l’uomo, gli dice un vecchio amico strambo ma saggio, lettore di Pascal: l’uomo è una pulce nell’universo ma fa girare il mondo, in quanto creatura capace di pensare se stessa e d’immaginare l’esistenza di Dio. Se così è, anche il dovere di un poliziotto senza più illusioni ha un senso. Il male fa irruzione nella Storia e nell’esistenza della gente comune, pertanto missione di uomini come Bordelli è combatterlo: tre bambine vengono trovate morte, in una casa viene rinvenuto il corpo straziato di un nano, informatore della polizia. L’inchiesta va a rilento, acquista così rilievo il ritratto di una città, Firenze, di un’epoca, gli anni ’60, e della personalità del protagonista. Pedinando il commissario nelle sue peregrinazione notturne e diurne fra trattorie, vie e piazze della città del Giglio, ti accorgi che viverci o averci vissuto è un valore aggiunto nella lettura dei libri di Vichi. Ti devi anche allontanare dall’oggi e dai gialli degli scrittori nordici alla moda: qui siamo negli anni 60’, l’Italia sta per essere rivoluzionata, come ci viene ricordato, dalla possibilità delle donne di usare la lavatrice e il trauma della Seconda guerra mondiale è ancora ben vivo. Ma anche la concezione del crimine potrebbe apparire anacronistica nell’epoca del porn gore: non si aggirano nel buio serial killer maniaci e senza motivazioni, i criminali non nascono mai tali ma lo diventano. « Se un infelice uccide bambine, all’origine della sua colpa…una colpa ancora più grande»