Dettagli Recensione
Viaggio nei ricordi
D’accordo che già dal titolo ti aspetti qualcosa di evocativo, di nostalgico. D’accordo che conoscendo piano piano il personaggio del commissario Bordelli, ti rendi conto che ci sono cose che non riesce a dimenticare. D’accordo che ti accorgi che tanto di questo libro si appresta ad essere un viaggio nei ricordi. D’accordo che l’autore non ama essere definito un giallista, ma preferisce essere uno scrittore a 360°. Però il libro è veramente infarcito di talmente tanti riferimenti nostalgici ad Eleonora ed alla madre, al punto da essere eccessivi e dal mio punto di vista dannosi alla struttura del libro stessa. La figura della madre ed i riferimenti alle sue poesie, che sono anche un importante elemento autobiografico dell’autore, chiudono quasi ogni capitolo e rallentano moltissimo, fin troppo il ritmo della storia, ti restituiscono l’immagine di un uomo che non riesce ad andare avanti nella propria vita, rimanendo troppo ancorato al passato. Forse è un effetto voluto dall’autore, fatto sta che questi numerosi riferimenti nostalgici alla madre, pieni di dolcezza e di affetto, distolgono l’attenzione dalla risoluzione del giallo, che, di per sé, risulta una storia fragile. Il punto di forza del romanzo è veramente tutto il contorno: tutti i particolari dell’ambientazione fiorentina, i ricordi, i riferimenti all’alluvione, i personaggi minori, come il colonnello Arcieri, i dialoghi del protagonista con se stesso. Alla fine ti rendi conto che lo scoprire chi è l’assassino è l’ultimo dei tuoi pensieri.