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Io uccido
 
Io uccido 2015-04-20 15:23:46 Marta*
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Marta* Opinione inserita da Marta*    20 Aprile, 2015
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Altalenante

Caso letterario del 2002. C’è stato un periodo nel quale era praticamente in mano a quasi tutte le persone che si incontravano.
Ed eccoci qui, dopo un bel po’ di tempo ho superato lo scetticismo e gli ho dato una possibilità. Ok, lo ammetto, ho avuto forti, anzi fortissimi pregiudizi nei confronti di Giorgio Faletti. Nonostante molte persone conosciute ne tessevano le lodi io ho sempre pensato “eccolo, un altro cantante-attore che vuole fare pure lo scrittore. Facile per lui, basta il nome per pubblicare qualsiasi cosa“. E invece mi sono dovuta ricredere e faccio pubblicamente ammenda.
La trama è ambientata nel Principato di Monaco. Jean-Loup Verdier è un affermato dj di Radio Monte Carlo, ricco e soddisfatto del proprio lavoro e della vita tranquilla e serena che conduce. Tutto cambia durante la diretta del suo programma radiofonico quando un uomo che dice di chiamarsi Uno e Nessuno dichiara pubblicamente la sua intenzione di uccidere per curare il proprio male. Inizialmente sorpreso dalla strana telefonata, Jean-Loup chiude la questione considerandola niente di più che uno stupido scherzo.
Quando però un pilota di formula uno e la sua fidanzata vengono trovati uccisi e orribilmente sfigurati il macabro scherzo diventa realtà. Sulla scena del crimine un solo indizio, due parole scritte col sangue…io uccido…
Da quel momento per Jean-Loup è l’inizio di un vero incubo perché sa che ci saranno nuovi omicidi e che ognuno di essi sarà preannunciato in diretta radio da una terribile telefonata.
Io uccido è un thriller gradevole, mediamente avvincente. Uso il termine “mediamente” perché la tensione narrativa è piuttosto altalenante: a tratti si è sulle spine e non si riesce quasi a smettere di leggere – soprattutto grazie un paio di indovinatissimi colpi di scena – a tratti invece il ritmo rallenta e si ha come l’impressione che l’autore si stia dilungando inutilmente su passaggi che non ne avrebbero alcun bisogno. Questo perché Faletti analizza gli eventi da più prospettive diverse, indagando l’animo e le ragioni private dei protagonisti in maniera particolareggiata, senza però mai perdersi, smarrendo il filo della narrazione. Faletti ha il merito di avere una grande capacità descrittiva, in grado di risvegliare le immagini più paurose che una mente possa partorire. Spiccano dalle pagine del romanzo come attori sullo schermo.
La trama è ben costruita, intricata con gli eventi che si susseguono secondo un disegno preciso, in cui nessun dettaglio è lasciato al caso. Originale è l’idea di un serial-killer che annuncia i suoi delitti in anticipo, servendosi di una stazione radio, e insolita l’ambientazione, un Principato di Monaco inedito e ambiguo, la cui magia fuori dal tempo viene ripetutamente violata da un assassino che appare anch’egli a tratti quasi soprannaturale, dotato di ubiquità e preveggenza. Da un punto di vista narrativo ho trovato eccellente l'uso del tempo passato che improvvisamente passa al presente. Questa tecnica è incredibilmente d'effetto. È come una telecamera che gira indisturbata su un set cinematografico e poi, tutto d'un tratto, zooma sull'assassino, lo spia, lo osserva mentre la rabbia, incandescente come una lama rovente, lo assale prepotentemente e lo segue incessante fino a che la macabra danza termina e cala il sipario.
Sono convinta che "Io uccido" possa essere diversamente apprezzato a seconda che chi lo legga sia un lettore onnivoro o prevalentemente un divoratore di thriller.
Per un appassionato, infatti, che possiede una conoscenza approfondita delle dinamiche interne e dei meccanismi che regolano questo genere letterario, "Io uccido" non costituirà alcuna novità, anzi, a tratti avrà il sapore di un qualcosa di già visto e già sentito.
È probabile inoltre che un tale lettore sia irritato dall’evidente rassomiglianza tra questo romanzo e quelli dei più famosi scrittori di thriller, soprattutto Deaver, il modello più esplicito.
Del resto non gli si può dare tutti i torti: in più punti Faletti sembra quasi scimmiottare i suoi colleghi d’oltreoceano, imbastendo un’americanata in puro stile Csi.
Faletti ha supplito a questa mancanza e per chi non ha mai letto gli originali made in Usa questo può costituire una vera sorpresa, facendo addirittura gridare al capolavoro.
Chi li ha letti, però, non riuscirà a prescindere da essi, giudicando "Io uccido" niente più e niente meno che un buon thriller, il cui principale merito, se così lo si vuol definire, è stato dimostrare al mondo e a noi stessi che un italiano è in grado di realizzare ottime imitazioni della narrativa americana più venduta dei giorni nostri.
In conclusione, se tralasciate una parte iniziale introduttiva e poco coinvolgente e non vi frenate davanti a un uso eccessivamente ricco della parola, sappiate che tra le mani avete un buon romanzo.
Se cercate suspense, l'avrete.
Se cercate il colpo di scena, ahimè no.
Da parte mia un applauso se lo merita.

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Commenti

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Eccellente recensione , lucida ed equilibrata: grazie! Dato che sono un' accanita lettrice di gialli, quando uscì "Io uccido", mi sembrò un "déja vu", ma mi toccò di stare zitta perchè era il capolavoro dell'anno. Grazie ancora.
In risposta ad un precedente commento
Marta*
22 Aprile, 2015
Ultimo aggiornamento:
22 Aprile, 2015
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Grazie! Anche io sono una divoratrice di gialli e non ho seguito la massa a quel tempo, ho voluto attendere...
Sono contenta che ti sia piaciuta la mia recensione.. Mi aspettavo critiche sinceramente! Grazie a te!
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