Dettagli Recensione
il punto di equilibrio tra verità e menzogna
Ok adoro Carofiglio! Ma si era già capito!
Come ho iniziato a leggere questo libro, mi sono sentita subito a disagio, spaesata: di botto si entra in un mondo, che se non si è legali o delinquenti, poco si conosce, e ancor meno se ne conosce il linguaggio, giuridico. E ci vuole qualche pagina perchè ci si cominci ad orientare. Infatti qui Carofiglio, oltre alla sua maestria di scrittore,unisce anche quella di magistrato: è il suo mondo, e lui si muove con sicurezza, senza passi falsi!
Superato questo piccolo ostacolo, se così lo vogliamo chiamare, il libro ti trascina pagina dopo pagina in una serie di riflessioni, sulla vita, sulla verità sulla menzogna, sulla giustizia e sull'etica.
Qual è quella sottile linea che separa la morale dell'uomo da quella dell'avvocato? Anche i colpevoli hanno diritto ad essere difesi, ma dov'è il limite che l'uomo o l'avvocato non può valicare, senza mettere in crisi la propria etica?
La trama pur ben congegnata, secondo me, è solo una scusa per parlare di quello che gli sta a cuore: la giustizia e la verità, che non viaggiano quasi mai di pari passo, purtroppo, come invece dovrebbero, specialmente in quelle aule di tribunale, nelle quali queste due profonde parole vengono invece sempre ostentate!
La consapevolezza che la verità viene risucchiata dal sistema giudiziario corrotto, mettono in crisi la moralità dell'uomo e dell'avvocato. Il dialogo interiore del Guerrieri in bicicletta è un colpo di genio, dove le sue riflessioni, mettono in discussione tutto il sitema giudiziario, nessuno escluso.
" Il potere – ogni forma di potere – è una cosa accettabile solo se è trasparente, pulito, se è esercitato in modo uguale per tutti"
Pura illusione!
E la regola dell'equilibrio? è un punto preciso tra verità e menzogna, un limite che non si può oltrepassare! Se non a costo di perdere se stessi!
" Pensare di dovere – e di potere – dire sempre la verità è un’allucinazione da dementi. In parte hai ragione. Mentire al prossimo spesso è etico, e sano, e sovente l’eccesso di sincerità nasconde – o esibisce? – le peggiori intenzioni. Mentire a sé stessi, però, è tutta un’altra cosa. Può capitare, a volte è necessario per sopravvivere, però se diventa una regola è solo un modo per divorziare dalla realtà, per proteggersi dal mondo, per non farsi raggiungere. Ma tanto il mondo e la realtà prima o poi ti raggiungono."