Dettagli Recensione
The country I love
Peccato che Simone Sarasso non abbia il seguito che merita. "Il Paese che amo" è la degna conclusione della sua trilogia sporca dell'Italia. Dopo "Confine di Stato" e "Settanta", ecco tornare Andrea Sterling, l'Uomo Nero, un po' agente segreto, un po' mafioso, comunque assassino.
Sarasso racconta la controstoria dell'Italia dal dopoguerra a Tangentopoli, soffermandosi stavolta sugli anni Ottanta, affondando gli artigli in quella verità scomoda troppo spesso tacciata di complottismo. Nonostante i nomi dei personaggi siano inventati, sono chiari i riferimenti storici. Achille Lauro, Giovanni Paolo II, omicidi di mafia sono solo alcuni degli elementi che dominano la narrazione.
Lo stile è sempre ellroyano, come ci si aspetta da Sarasso, sebbene stavolta la potenza delle parole arrivi un po' attenuata. Viva, invece, l'influenza del primo, brillantissimo Biondillo.
Memorabili le metafore.
Un bellissimo romanzo, forse un po' troppo di nicchia, ma se fosse mainstream probabilmente perderebbe la sua efficacia. Da gustare con calma.