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NEL BUIO DI MILA
Chi avesse già letto il “Il suggeritore” conoscerà sicuramente Mila Vasquez, agente specializzata in ritrovamenti di persone scomparse. Persona schiva, segnata profondamente dai traumi passati. Le pareti del suo ufficio, Il Limbo, sono tappezzate di foto; occhi che fissano il vuoto, immagini di persone scomparse ormai da anni, nessuno ne hai mai più sentito parlare, di fatto sono sospese tra la vita e la morte.
Dopo lo sconvolgente caso de “il Suggeritore”, molte cose sono cambiate, Mila è da tempo che non viene a contatto con una scena del crimine fino a quando viene coinvolta nell’indagine di uno strano caso. Un’intera famiglia viene ritrovata sterminata a colpi di fucile. Un singolo colpo, sembra proprio essere un’esecuzione in piena regola. L’autore di tutto questo è Roger Valin, che fino in quel momento era sospeso nel Limbo, nessuno aveva mai più avuto sue notizie fino a quel giorno. Questo è solo il primo di una catena di omicidi.
Gli indizi scoperti da Mila nel corso delle indagini collegano gli omicidi che si susseguono a persone scomparse da anni, esseri del Limbo che ormai erano incastonate nella parete dell’ufficio di Mila che si stanno gradualmente risvegliando dal buio, spinte da una forza oscura; un disegno superiore, un’armata mossa da un regista malefico.
Qual è il progetto che sta dietro tutto questo? Cosa muove e accomuna queste persone?
Dopo aver terminato con positivo stupore “il suggeritore”, ho subito iniziato a leggere “l’ipotesi del male” rimanendo anche questa volta affascinato dal ritmo, dalla tecnica e dalle atmosfere tenebrose e incalzanti disegnate da Carrisi.