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Giochi sporchi
Ambientato durante l'alluvione di Firenze del 4 novembre del '66...l'alluvione che con la piena dell'Arno ha insozzato e portato Morte a Firenze. La natura incombe su di noi ma anche gli istinti degli uomini incombono su di noi, insozzando e portando morte più della natura.
La sensazione alla fine della lettura dell'opera è simile a quella di un assaggio di uno yogurt andato a male, di un trancio di tonno rosso in fermentazione, di un pugno diretto al diaframma, di una gastroenterite acuta, di un riversamento di bile...può bastare?
Un romanzo diretto, senza possibilità di fuga sia per i personaggi che per il lettore, unica alternativa la morte. Un'indagine del Commissario Bordelli che farà toccare al protagonista le vette più alte della felicità ed il più buio dei sentimenti umani.
La morte di un bambino, stuprato ed il cui corpo viene occultato in un bosco...questa volta Bordelli per te sarà veramente una grande sfida, la più grande ed intensa di tutte, reggerai il confronto? Forse è giunto il momento in cui sarebbe meglio farsi da parte caro Commissario, forse è giunto il momento in cui i protagonisti eroi perdano, a volte bisogna accettare la dura e cruda realtà...
Marco Vichi se voleva colpire il lettore ci è riuscito perfettamente, il problema è che lo colpisce come con un'ascia in pieno volto, come se trafiggesse il cuore di ognuno con una lama rude ed incandescente.
Un romanzo che sfiora l'eccellenza senza ogni ragionevole dubbio, un Vichi che con quest'opera può collocarsi nella sfera celeste degli autori italiani, quando un'opera rende indimenticabile il suo autore con la curiosità di immergersi immediatamente nel sequel pur di capire cosa sta avvenendo.
Complimenti Vichi, quando ci vuole ci vuole.
Buona lettura a tutti.
Il Syd
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