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Camilleri è un'altra cosa
No, non c’è nessuno fuori di testa, annegato nel golfo di Napoli dove Max Gilardi (personaggio principale del precedente romanzo “Niente lacrime per la signorina Olga”) si è trasferito dopo la morte della moglie, sua collega nella polizia, abbandonando il ruolo di commissario per tornare alla sua città e alla professione familiare di avvocato.
Il titolo si riferisce ad una posizione degli scacchi, in cui il re subisce lo scacco matto perché non può muoversi essendo bloccato dai propri pezzi. Si richiama a questa figura Elda Lanza per descrivere la situazione che consente a Max Gilardi di dare scacco all’assassino di un giovane dell’alta borghesia napoletana. A questo primo caso, brillantemente risolto, si concatena un secondo episodio in cui si intrecciano camorra, criminalità pugliese e figure politiche locale. La vicenda è ambientata in una Napoli ben lontana da Scampia, ma non per questo meno inquinata dai rapporti con la criminalità.
È ammirevole, stupefacente la vitalità di Elda Lanza, oggi novantenne, che racconta in 410 pagine le due vicende. Averla battezzata la “Camilleri in gonnella” è stata certamente una felice definizione, una bella operazione di marketing, essendo i due autori di polizieschi coetanei. Tuttavia tale definizione trascina inevitabilmente un confronto che vede uno stacco netto dello scrittore siciliano. Lo stile della scrittrice lascia uno spazio eccessivo al dialogo, ai personaggi minori, alle vicende sentimentali e di letto di Max Gilardi, alle descrizioni degli eventi mondani, nei quali Elda Lanza ha una notevole e consolidata competenza, mentre la narrazione è troppo diluita, facendo calare la tensione sulle inchieste. Il risultato è che nel primo episodio il lettore arriva alla soluzione del caso cinquanta pagine prima di quando è risolto nel romanzo; nel secondo, la soluzione, compressa nelle pagine finali, ha un impianto indiziario che lascia aperti molti interrogativi, che sarebbe interessante vedere quanto reggerebbe alla prova di un’aula di tribunale. Ma questa è un’altra storia ….