Dettagli Recensione
Blanca
Patrizia Rinaldi attraverso questo giallo a tinte nere ci fa respirare l’aria afosa di Pozzuoli, Margellina e Napoli in piena estate, dove tutti sono un po’ macilenti, sudati, stanchi e attraverso la sua scrittura un pò farraginosa ci fa conoscere un commissariato di Polizia dotato di un organico di professionisti che con le disgrazie e i grattacapi ci va a nozze. Il commissario Martusciello e l’ispettore Liguori fanno i conti con una vita privata molto travagliata e il lavoro che svolgono non li esula da altrettanti coinvolgimenti tra omicidi, scomparse misteriose e intrighi familiari intessute nelle reti della malavita locale.
Blanca è assegnata a questo commissariato per necessità, non mi dilungo sulla trama perché ci ha pensato la quarta di copertina a raccontare molto, ma è lei la protagonista, che certamente colpisce per la sua sensibilità e la sua capacità di amare il prossimo e ce lo dimostra con empatia e abilità professionale, fino all’ultima pagina. Blanca è un personaggio che compare quasi in punta di piedi, quasi per caso o quasi per la necessità di dare colore a questo piccolo noir dall’inconfondibile senso di vuoto, di incompleto e di ombre. Blanca è un poliziotto ipovedente specializzata in decodificazioni. Blanca è il personaggio necessario per fare indagini approfondite sulle intercettazioni telefoniche, è capace di interpretare le parole, le pause, i silenzi degli interstizi nelle pause, anche quelle brevi di chi è al telefono intendo a fare una conversazione che supera i segmenti delle normali o apparenti comunicazioni appese a un filo. La verità si può trovare ovunque e a renderla più preziosa ci pensano le donne protagoniste assieme a Blanca, che hanno una “colpa”quella di essere madri, amanti e mogli al fianco di uomini egoisti che non sanno amare.