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...è al buio che ogni tanto devo ritornare...
La serie avente per protagonista Mila Vasquez, iniziata con "Il Suggeritore" ed ottimamente proseguita con "L'ipotesi del male", continua a riscuotere un grande successo.
Poliziotta dal carattere chiuso e con occasionali tendenze autolesioniste provocate da un passato difficile, Mila lavora ancora nel Limbo, la sezione che si occupa del ritrovamento dei soggetti scomparsi.
Ogni volta che entra in ufficio centinaia di foto appese al muro, raffiguranti volti di persone scomparse, la fissano incessantemente.
Klaus Boris, ispettore del Dipartimento e collega di Mila ai tempi del caso del Suggeritore, la coinvolge in una nuova indagine intricata e pericolosa.
Roger Valin, un impiegato scomparso per 17 anni, ha sterminato un'intera famiglia lasciando vivo solo il figlio più piccolo, per poi sparire nuovamente. Sarà il primo di una lunga serie di avvenimenti simili.
Carrisi continua ad utilizzare quelli che ormai sono diventati veri e propri marchi di fabbrica nella sua produzione letteraria: un’ambientazione claustrofobica, asettica ed indefinita, la compresenza tra bene e male in tutti i personaggi, la considerazione che ogni essere umano, in certe particolari circostanze, potrebbe trasformarsi in un assassino.
Personalità cupe, fragili, complesse, dai contorni sfuggenti. Sono questi i protagonisti del romanzo di Carrisi, che completa il quadro con un’ottima gestione del ritmo e dei colpi di scena.
“L’ipotesi del male” non possiede probabilmente lo stesso carico di originalità che aveva contraddistinto “Il suggeritore”, ma eguaglia il titolo precedente in altre importanti componenti come la qualità dell’intreccio e la tensione narrativa, confermando lo status di Donato Carrisi come ottimo autore di thriller dal forte richiamo cinematografico ed internazionale.
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