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Il Poiana non molla la preda
Nuovamente insieme il giallista Loriano Macchiavelli -noto soprattutto per aver ideato il Brigadiere Sarti Antonio- e il cantautore modenese Francesco Guccini.
Il loro personaggio di maggior successo viene qui abbandonato, non c'è spazio per il Maresciallo Santovito, sostituito da un agente della forestale chiamato ad indagare sulla misteriosa scomparsa di un geologo nel bel mezzo dell'appenino tosco-emiliano.
Si eleva energica la passione per il territorio, la conoscenza e l'amore per luoghi alieni al caos metropolitano, microcosmi scanditi da tempi in cui è sconosciuto il frenetico vivere "civile" moderno; c'è poi la storia, ruotante attorno ad una serie di omicidi inseriti in un racconto dalle sfaccettature plurime coerentemente articolate attraverso i passi di un'investigazione che purtroppo, stringi stringi, lascia poco.
Colpa dei personaggi, spesso descritti frettolosamente e nemmeno in maniera tanto piacevole. Caso lampante è il protagonista Marco Gherardini, detto il "Poiana", che una volta tanto, suo malgrado, non deve preoccuparsi solamente delle attività riguardanti la salvaguardia del territorio e delle specie animali e vegetali che lo abitano.
L'esigua simpatia ispirata dall'investigatore per caso sembra incarnare la limitata propensione ad aprirsi tipica di alcune comunità montane, sospettose, chiuse in quel mondo difficilmente accessibile e gelose dei loro piccoli grandi segreti.
In questo caso i poco graditi forestieri saremmo noi lettori, sballottati tra parecchi personaggi dai metodi spicci o figure il più delle volte confinate sullo sfondo, un abbondanza di volti intriganti ma incapaci di generare vera passione, attori appena accennati di una storiaccia di sangue in cui la cupidigia dell'essere umano segna ancora una volta la rovina (seppur momentanea) di quel piccolo angolo di paradiso, reso meno incantevole da una pioggia incessante.
Dal titolo la pericolosità dell'acqua potrebbe apparire come assoluta protagonista, ed invece frane e smottamenti passano presto in secondo piano, deludendo chi si attendeva una maggiore dedizione alla causa ambientalista, solo sfiorata con l'evidente condanna al disboscamento folle e al dispregio delle bellezze naturali.
Non mancano comunque figure interessanti come quella di Adùmas, un po' bracconiere, un po' saggio conoscitore della montagna e dei suoi luoghi più impervi, altri invece restano al palo, come la bella Betty, protagonista di alcune parentesi rosa mai in felice accordo con la trama principale quasi quanto la digressione artistica su Piero Della Francesca.
Romanzo senza particolari acuti, piacevole per l'ambientazione e per la capacità di tenere desta la curiosità, anche se noioso in più punti e complessivamente poco entusiasmante una volta scoperti altarini e colpevole.
Si archivia tutto senza restare particolarmente colpiti, e per un romanzo giallo non è certo il massimo.
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Commenti
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Ciao Maria, grazie!
:-)
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