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Corvi con corvi non si cavano gli occhi...
Libro consigliatomi da un amico, origini pugliesi, come l'autore Luigi Sorrenti.
Luigi, io ho seguito il tuo consiglio.. ho immaginato.
Ho immaginato i corvi, ho immaginato un'invasione di corvi in un piccolo paesino della Puglia, ne ho immaginato le conseguenze, il terrore tra la gente, le inevitabili esasperazioni mistico-religiose, soprattutto se l'arrivo degli uccellacci neri è accompagnato da orribili omicidi ed inspiegabili raptus di follia, facilmente assimilabili a possessioni demoniache, su bambini prima sereni e tranquilli.
E mentre immaginavo, mi rivedevo bambino nel mio paesino natale in Puglia, che tanto assomiglia alla tua Spinosa (nome di fantasia, probabilmente gemellata con la Canosa di banfiana memoria), e quello che può sembrare un racconto di fantasia non mi è parso più tanto .. immaginario.
E ne sono rimasto piacevolmente coinvolto ed attratto.. soprattutto durante i primi capitoli.
Poi però qualcosa è cambiato: mentre girovagavo da spettatore silenzioso tra le strade di Spinosa, mentre ascoltavo invisibile i discorsi della gente nella piazza centrale, come se fossi un loro concittadino e non un forestiero... ad un certo punto il sogno s'è interrotto.
Ed inizialmente non riuscivo a capirne la causa... poi credo di aver intuito cosa 'stona' nel racconto: il linguaggio.
Eh già, Luigi, da pugliese doc dovresti capirmi.. non puoi far parlare un contadino, un umile cittadino di un paesino di campagna, come se fosse un professore universitario o un illustre avvocato; oppure i bambini, per quanto fossero di origini benestanti, sono comunque bambini di 10 anni che vivono in un desolato paesino distante pochi chilometri dal capoluogo ma anni-luce dal mondo ed è poco verosimile che possano esprimersi e ragionare come adulti fatti e vissuti.
... questo, secondo me, è quello che manca.. i dialoghi non sono realistici, non sono cioè calati nel contesto di quella piccola cittadina pugliese, e distruggono l'atmosfera rustica e quasi medievale abilmente costruita nei primi capitoli.
Forse qualche frase in dialetto, magari italianizzato per renderlo più comprensibile, stile Montalbano insomma, avrebbe dato quel tocco in più a tutto il romanzo.
Ed avrei anche evitato le frequenti ripetizioni... non è un teleromanzo, inutile riepilogare le puntate precedenti.
Ma nel complesso una piacevole sorpresa questo libro, con una trama originale ed un'ambientazione inusuale ma efficace e consona allo sviluppo della trama stessa.
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