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La formica e la cicala
Nella Procura della Repubblica di Ardese, si apre una nuova indagine che inizia con una favola e, al termine del romanzo, ne chiarisce il senso. Può il fine di un delitto trovare le sue radici in una favola nota come quella della formica e della cicala? Sembra proprio di sì.
IL SONNO DELLA CICALA racconta un caso complicato, poco chiaro e avvolto nel mistero, esattamente come la vittima è avvolta in un tappeto, ingombrante e costosissimo.
La vicenda è intessuta, intrecciandosi tra i colori e il profumo dell’azienda vinicola di cui la vittima è proprietario, dipanandosi come il filo della trama del tappeto giunto da lontano per raccontare una storia e celare un reato.
Tra le morbide colline piemontesi, nelle acque del lago di Ardese, viene ritrovato casualmente il corpo di Malachia Duprè, vecchio patriarca di un’aristocratica dinastia che ha costruito la sua fortuna sul Barolo.
Per indagare sul caso, c’è il magistrato Alvise Guarnieri che, affiancato dal maresciallo Alfano, troverà non pochi ostacoli nel portare avanti l’indagine. Come tutte le figure autorevoli e autoritarie, Malachia Duprè è un uomo povero di amici, ma ricco di nemici. Ha quattro figli con le rispettive famiglie. Tutti eredi legittimi della sua fortuna. Tutti sono abituati a vivere nel lusso che il denaro, accumulato da Malacchia, ha permesso loro. Ma Malacchia nell’ultimo periodo di tempo era un po’ cambiato ed è in quelle ombre che lo circondavano che si nasconde la verità.
Nella ricca e numerosa famiglia piemontese dei Duprè, la sete di potere scatena gelosie, odio e vendetta e il risultato è un morto, un nuovo caso su cui indagare.
Il terzo romanzo di Roberta Gallego fa parte della serie “Storie di una Procura imperfetta” ed è interessante, avvincente, scritto con un’ottima tecnica, adatto a quei lettori esigenti che in un giallo sperano di trovare quel qualcosa di più.
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