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Eravamo 4 amici al Bar...
In questa nuova avventura di Malvaldi i 4 vecchietti (Aldo, Gino, Ampelio e Pilade) sono alle prese con un nuovo e misterioso caso: una donna, Vanessa Tonnarelli, è misteriosamente scomparsa in seguito ad una aggressiva lite con l’ex marito Gianfranco Benedetti, uomo dal quale la donna risulta essere legalmente separata ma effettivamente non solo ancora convivente, ma anche, collaboratrice e socia nella gestione di un agriturismo.
Le vicende sono narrate nella località “Pineta” e si svolgono intermante nel “Barlume”, il bar gestito da Massimo con l’aiuto della banconiera Tiziana. La neocommissaria Alice Martelli di cui sappiamo che «era elbana, che era laureata in fisica oltre che in economia e che era single» e che «aveva un bel cervello, che era in grado ci cambiare umore con la velocità di una pulce che salta, e che si drogava di capuccini», prontamente si interessa al caso credendo senza indugi alle parole dei 4 vecchietti perché consapevole che la realtà di una cittadina è ben diversa da quella di una metropoli; le voci che corrono hanno sempre un fondo di verità. E qual è il modo migliore per la diffusione di informazioni? Due sono gli strumenti consigliati:
1) il cd. «enunciato noto come Teorema Fondamentale del Pettegolezzo (o TFP),» che « costituisce il nocciolo della complessa teoria del gossip, e comprenderne il significato è di fondamentale importanza per chiunque voglia farsi i fatti degli altri con efficienza» nel caso di conoscenze occasionali;
2) «[…..] il professionista delle chiacchiere da bar» che « invece, sa che per far viaggiare velocemente una malignità di qualsiasi tipo è necessario parlarne alle persone che conosciamo appena e che incrociamo sporadicamente per quei quattro discorsi superficiali tanto utili per rendersi conto che abbiamo tutti gli stessi problemi, chi più chi meno»,
Suddiviso in undici capitoletti il romanzo scorre rapido tra le mani del lettore che viene immancabilmente rapito dalle vicende a ritmi di “giri di boa” e “cambio-scena” inaspettati ma perfettamente calzanti. Scritto con un linguaggio forbito ed alternato con un vernacolo tosco-pisano; il libricino offre al lettor-detective risate, riflessioni, inflessioni amorose e un po’ di sano relax dalle peripezie giornaliere che ognuno quotidianamente affronta. L’unica difficoltà nella lettura può riscontrarsi proprio nell’uso onnipresente della carenza Toscana, cosa che se da un lato ne è l’ inconveniente dall’altro ne è il tratto distintivo e maggiormente apprezzabile.
La serie del “Barlume” è attualmente composta da 5 opere, questa è nello specifico la quinta ed ultima uscita ma può tranquillamente essere letta senza dover rispettare l’ordine cronologico di pubblicazione. Un romanzo sinceramente simpatico, capace di far ridere di gusto e squisitamente piacevole da leggere.
Indicazioni utili
- La briscola in cinque,
- il gioco delle tre carte,
- il re dei giochi,
- la carta più alta
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