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La circonferenza delle arance
 
La circonferenza delle arance 2014-09-19 21:20:02 Virè
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
1.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Virè Opinione inserita da Virè    19 Settembre, 2014
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Imitazione mal riuscita

Ho scelto questo libro per caso, attratta da un'offerta e tentata dal leggere un nuovo giallo, ambientato al sud, scritto da una donna e con una protagonista femminile, cosa abbastanza anomala nell'ambito di questo genere.I presupposti c'erano tutti, magari non per innamorarsi della serie, ma almeno per trovarla interessante.Invece....
La storia è abbastanza banale, portata avanti con un unico filo conduttore, senza divagazioni nè intrighi paralleli,semplice insomma ed anche un po' scontata, ma trattandosi del primo tentativo di una scrittrice, può andar bene.
La protagonista è ben presentata, forse incarna anche bene una certa tipologia di donna del sud Italia, ma personalmente l'ho trovata un po' troppo rozza e non ha suscitato in me una particolare simpatia, anzi in certi casi mi ha dato anche un po' sui nervi. Gli altri personaggi sono messi lì a contorno, per qualcuno si vede il tentativo, poco riuscito, di caratterizzarli, magari con qualche particolare tipico del sud Italia, ma nulla a che vedere con quelle macchiette ben preparate da scrittori di tutt'altro calibro. Non verrebbe in mente di fare paragoni, meno che mai con un autore di tutto rispetto quale, personalmente, ritengo essere Camilleri; ma visto che la stessa scrittrice fa comparire nel libro il caro Montalbano, beh il paragone è d'obbligo e la critica anche!Qui tutto è un tentativo mal riuscito di imitazione e probabilmente se si fosse mantenuta la propria strada, senza tentare sfacciatamente di seguire le orme di qualcun altro, sicuramente il giudizio sarebbe stato più positivo.
Fino a questo punto, ho fatto delle valutazioni su un libro che non ha particolarmente lasciato il segno, ma comunque passabile ed essendo il primo di una serie, avrei lasciato anche aperta la possibilità di leggerne un altro, per vedere magari qualche passo avanti. Quelle fin qui elencate sono tutte caratteristiche che un bravo scrittore dovrebbe avere, ma si sa, alcuni hanno talento, altri devono lavorare un po' per arrivare ad un buon risultato, quindi la carenza di alcune cose, in un primo tentativo ci possono stare.
Ma di cosa uno scrittore proprio non può fare a meno? La conoscenza della lingua italiana!
Vero è che oggi scrivono un po' tutti, che il linguaggio usato nei testi si avvicina sempre più a quello parlato, che non mancano strafalcioni e continue mancanze di congiuntivi, che alcuni errori capitino anche a scrittori di tutto rispetto; ma qui si è proprio esagerato. Non si tratta, infatti, sporadiche distrazioni o di una scrittura di basso livello, come può essere considerata quella di alcuni autori, qui si tratta proprio di non avere padronanza di linguaggio, non saper costruire una frase ed esprimere un concetto in maniera corretta. Beh, questo proprio non si può perdonare ad una persona che decide di far di mestiere lo scrittore! Con uno "stile" di questo tipo, anche quello che normalmente potrebbe essere perdonato, se non considerato licenza poetica, a mio avviso mette solo ancor di più in evidenza una totale ignoranza. Se poi si prova ad imitare anche nel linguaggio altri,mettendo in gioco l'uso del dialetto, si peggiora ulteriormente la situazione, perchè invece di risultare una nota di stile, in questo contesto diventa soltanto sinonimo di una scarsa conoscenza della propria lingua e nulla di più. Personalmente ritengo vergognoso che una casa editrice scelga di pubblicare un libro del genere, piuttosto che dare la possibilità ad uno dei tanti aspiranti scrittori, che di certo meriterebbero una possibilità, se non altro perchè sanno mettere la penna su carta.
Che dire, bocciata senza possibilità di appello. Si salva soltanto l'idea di chiudere il libro con una serie di ricette tutte a base d'arancia, suggerite dal commissario, ottima cuoca.

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Commenti

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C.U.B.
20 Settembre, 2014
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Non capisco, ma e' scritto male a prescindere o ce l'hai con lui per gli inserti in dialetto?
Non l' ho letto ma e' in ld.
In risposta ad un precedente commento
Virè
22 Settembre, 2014
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Non mi riferisco soltanto al dialetto, ma proprio a tutto lo stile: interi periodi senza un segno di punteggiatura, tempi verbali messi un po' a caso, costrutti errati e frasi a volte sconclusionate.
E' probabile che sia stata io incapace di cogliere le doti stilistiche, che invece altri hanno apprezzato; ma personalmente ho compreso l'intenzione della scrittrice di dare voce ai pensieri della protagonista in modo immediato, semplice e spontaneo, ma credo che ciò potesse essere reso con un utilizzo della lingua italiana decisamente migliore.
Matelda
14 Marzo, 2017
Ultimo aggiornamento:
14 Marzo, 2017
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Ho letto altre recensioni . Quindi è vero : Tot capita , tot sententiae.
Grazie per la ben motivata bocciatura. Quanno ce vo' ce vo'.
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