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Corno… d’Africa!
Questa volta, a bordo di quella formidabile e infallibile macchina del tempo che è… un libro! (l'unica macchina del tempo della quale personalmente dispongo), con “Albergo Italia” Carlo Lucarelli ci proietta nel corno d’Africa, ai tempi dell’italico colonialismo.
Non si è ancora spenta l’eco della sanguinosa battaglia di Adua e ad Asmara si celebra una novità: è infatti “il giorno giusto per inaugurare il nuovo albergo, il più grande, il più moderno, il più elegante – e ancora l’unico – della nuova Asmara”.
Dovrebbe essere un innocuo evento mondano. E invece l’inaugurazione si trasforma in un caso poliziesco perché in una delle camere viene ritrovato “un uomo nudo appeso per il collo alla ventola del soffitto”: “Farandola Antonio… professione tipografo”.
Un banale caso di suicidio per debiti di gioco?
Nossignori, perché “quel suicidio era sembrato strano fin dall’inizio”…
Insieme al capitano Colaprico indaga il carabiniere etiope Ogbà (“Sa come lo chiamo? Lo Sherlock Holmes abissino”), una macchietta di colore che ben conosce la mentalità italiana e ne previene pregiudizi e meccanismi.
L’architettura del misfatto è piuttosto complicata ed è preceduta da uno strano furto (“I ladri mandano una donna a distrarre la guardia e forzano la porta della casermetta... si portano via la cassaforte su una barella fatta con le assi…”) che getta coni d’ombra sul furiere Mariano Russo (come da “relazione su quello che era successo da spedire in Italia assieme al furiere”), un sinistro incrocio tra un raccomandato e un corrotto.
Come nei gialli di Agatha Christie, l’assassino del tipografo torinese andrà ricercato tra gli ospiti dell’albergo, ai quali viene prontamente revocato il permesso di abbandonare il luogo del delitto.
Nel nuovo romanzo di Lucarelli l’ambientazione eritrea è realistica (“le tettoie di paglia intrecciata del mercato del kanan, dove le donne vendono le spezie…”), il plot evocativo dell’aggressione italiana in Abissina (“Ha mai sentito parlare dello scandalo della Banca Romana?”) e i termini in lingua tigrigna creano immedesimazione nella geografia del romanzo…
Bruno Elpis
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Commenti
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prevale il giallo o è composto da un mix di elementi?
Ciao Silvia, ciao Cri :-)
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