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Una presunta verità può essere ingannevole
Un uomo con precedenti poco raccomandabili viene assassinato nel suo appartamento. Una inquilina curiosa, che spia abitualmente le mosse dei condomini, riferisce ai carabinieri particolari che inducono a sospettare, con prove e reperti apparentemente inoppugnabili, un giovane piuttosto timido, introverso, che non sa fornire spiegazioni in grado di escluderlo da un’evidente colpevolezza. Tutto sembra ormai indicare in lui l’assassino, ma ecco che entra in scena il maresciallo Fenoglio, un bravo e sagace piemontese trapiantato a Bari. E’ un personaggio singolare, riflessivo, colto, amante dei buoni libri e della musica classica; è comprensivo nei confronti di tutti, non ama la violenza gratuita ed i modi spicci di certi suoi colleghi. Non si lascia ingannare dalla evidenza dei fatti, scava nelle apparenti evidenze e nel passato dei personaggi coinvolti : fa emergere un’inaspettata verità, che non è più quella presunta ma che individua, con un colpo di scena finale, il vero colpevole.
E’ il primo vero poliziesco di Carofiglio, un volumetto che si legge in poche ore e che riassume la filosofia dello scrittore : da buon avvocato, suggerisce di indagare sempre a fondo, di seguire con cura tutte le piste , di non lasciarsi sedurre dalla banalità di costruzioni apparentemente veritiere e decisive. Carofiglio si immedesima nel protagonista del romanzo, il maresciallo Fenoglio, sa renderlo simpatico e sembra proporcelo per nuove indagini. Tutto sommato un buon poliziesco, anche se, per dirla tutta, la conclusione dell’indagine e quindi l’identità del colpevole traspaiono già sin dalle prime pagine. Ma lo spessore del maresciallo Fenoglio e le sue intuizioni rendono il romanzo di piacevole lettura.
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