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La setta degli angeli
 
La setta degli angeli 2014-08-05 17:41:01 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    05 Agosto, 2014
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Un bunga bunga di inizi ‘900

Scrive l’autore, in una nota finale: “ Questo romanzo volutamente stravolge, fino a renderli irriconoscibili tanto da sconfinare nel campo della pura fantasia, i fatti che realmente accaddero in un paese siciliano, Alia, all’inizio del secolo scorso. Un prete, Rosolino Martino, viene deferito all’Autorità Giudiziaria per corruzione di ragazze minorenni. Un ex farmacista del luogo, Matteo Teresi, che dalle pagine di un suo giornaletto, , combatte le prepotenze dei mafiosi, degli agrari e del clero, comincia un’indagine su quel fatto e arriva alla strabiliante scoperta che i preti di Alia hanno fondato una setta segreta che , come spiega Gaetano D’Andrea, ex sindaco di Alia.”.

Quindi se lo spunto di questo romanzo è un fatto realmente accaduto, la sua realizzazione è invece frutto di pura creatività, e di quanto avvenne agli inizi del secolo scorso veritieri e conformi sono solo il nome del protagonista, Matteo Teresi, e del suo giornale, nonché il brano di un articolo di Don Luigi Sturzo.
Comunque, l’abilità inventiva di Camilleri è tale da convincersi, pagina dopo pagina, che le cose sono andate esattamente così, anche perché l’autore profonde a piene mani, soprattutto nella prima parte, una travolgente verve comica. Insomma, si ride e anche volentieri, cosa non da poco in un’epoca in cui l’autentica comicità sembra essersi persa per strada. Ma è un riso che alla fine lascia un sapore amaro in bocca, perché, come si potrà leggere, ancora una volta affiora l’impegno civile di questo scrittore particolarmente prolifico. E chi si attende un lieto fine, del tipo “ e tutti vissero felici e contenti” se lo scordi, perché se l’assenza di verità è un male, il rifiuto di conoscenza della stessa è ancor peggio e così può capitare, come nel libro, che l’integerrimo cittadino che ha scoperchiato le pentole del diavolo venga poco a poco escluso dalla società, un isolamento che non di rado può portare alla morte, e non solo per suicidio, ma anche per omicidio.
Teresi, a suo modo, è un eroe, e come tale lo è perché incosciente, non comprendendo la natura dei suoi compaesani che prima lo portano sugli altari e poi lo relegano in un angolo remoto. Toccare la mafia, la nobiltà, il potere economico, il clero, tutte caste in combutta fra loro, significa emarginarsi, magari anche per l’atteggiamento di chi si voleva proteggere, più incline a un quieto vivere, così che dopo un polverone, in cui sembra che tutto cambi, tutto ritorna uguale, come se non fosse avvenuto niente. La staticità della struttura non può accettare chi mina la stessa e infatti Teresi, anche nella realtà, dovrà andarsene in America.
Romanzo godibilissimo, che quasi si divora, accompagnato da una vena d’ironia e di sarcasmo, La setta degli angeli sembra confermare il concetto che la storia è ripetitiva e che fatti, modalità e risultanze di tanto in tanto si ripropongono. L’orgia dei preti in fondo non era che un bunga bunga dell’epoca e quindi cosa è cambiato? Nulla, perché il paese é ingessato e perpetua i suoi difetti in una decadenza inarrestabile.
Da leggere, senz’altro, perché è meritevole della massima considerazione.

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