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Il ruggito del coniglio
Non c'è nulla da fare. A me gli scenari apocalittici hanno sempre attratto quanto il barattolo di Nutella o una bottiglia di Barolo d'annata. Per cui imbattersi in un romanzo tale, in teoria capace di rivisitare i topoi del genere, inserendo un elemento totalmente spiazzante in un ambito tutto sommato scontato (devastazione nucleare), è stato un bel tuffo al cuore. Senza contare l'immediato collegamento con un vecchio albo di Dylan Dog -che da fan incallito seguo sin dal primo numero- intitolato "Anche i consigli rosa uccidono". Eh già, perchè al di fuori degli ermetici bunker in cui i sopravvissuti all'ecatombe si sono rifugiati, qualcosa di estremamente malvagio e inquietante trama nell'ombra. E' un coniglio gigantesco (dai, per favore, non sghignazzate), antropomorfo (mi ricorda il Frank di Donnie Darko) deciso ad uccidere nei modi più spietati i poveri segregati. Quale sia il movente non è dato sapere.
Il maggior pregio di Gardumi è quello di evitare il ridicolo, capace com'è di rendere claustrofobica e a tratti ansiogena l'atmosfera nonostante il killer sia quanto di più improbabile.
Si avverte una certa tensione, grazie ad un senso di minaccia ben delineato e instillato tramite una forza bruta e (a quanto pare) onnipotente alimentata da cieco furore.
Lo scrittore milanese però non ha uno stile eccelso, i dialoghi sono spesso banali, i personaggi poco intriganti, anzi, spesso respingenti perchè superficiali.
La concatenazione di eventi poi perde di brio in fretta, troppe le parentesi verbose che non avrebbero alcuna ragion di esistere, sino a far maturare , verso metà romanzo, uno stato di insoddisfazione crescente misto noia. Queste pecche sono presenti fin dalle prime pagine ma vengono sagacemente celate dall'effetto novità e dal riuscire a mantenere il mistero in bilico.
L'idillio tuttavia dura poco, Gardumi si perde, non sapendo più dove andare a parare e chiude in modo sciatto. Non che l'epilogo sia repellente, però si poteva far di meglio e soprattutto evitare lo "spiegone" che elimina ogni sfumatura ansiogena.
C'è del potenziale purtroppo sprecato da un incedere ripetitivo e da poco plausibili reazioni dei vari personaggi; i picchi di tensione non mancano, ma l'autore sembra non riuscire a gestire a dovere la sua creatura finendo col pasticciare.
Ho letto pareri entusiasti e stroncature, io mi pongo in mezzo, forse un pelo più verso l'insufficienza.
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Ma un attimo di paura l'ho avuto: non ho visto la "o" tra la Nutella e il Barolo, e ho pensato: "non li assaggerà mica insieme???" :)
A proposito di Dylan Dog, preferisco di molto "Memorie dall'invisibile" ;)
:-)
Ps . Ma chi e' Donnie Darko ? O-o
Donnie Darko è il personaggio di un film che ha spopolato tra gli adolescenti. Narra la storia di un ragazzo "disadattato" e perseguitato da un maligno coniglio gigante... Solo nel finale si spiega da cosa dipende la periodica visione di tal coniglio.
Se ti piace il genere scenario apocalittico, informati sulla trilogia ambientata nei silos nel 2100 e oltre. Dopo wood sto leggendo il secondo schift e non sono male. Ciao :-)
P.S. Molto bello quell'albo, ma ce ne sono tanti altri che mi sono rimasti impressi.
Se ti capita guardalo Donnie Darko, a mio avviso un ottimo film.
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