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Maschere nude
Una storia crepuscolare e intima, che rispetto all’ intreccio del giallo, privilegia il racconto di un insolito percorso di vita e coinvolge con i suoi toni sfumati e malinconici.
Forse l’autore aveva in mente, ancora una volta, di abbandonare un terreno sicuro e conosciuto, per avventurarsi su strade nuove e questa poteva essere la prima di una serie di avventure narrative che potevano portarlo anche lontano, ma non lo sapremo.
In questo breve romanzo, al racconto della vicenda umana del protagonista, si affianca una lunga, dolente riflessione sul valore dello sport in un tempo, il nostro, in cui la gloria, l’urlo della curva, la considerazione della squadra, passano in secondo piano rispetto al mero ritorno economico, possibilmente immediato ed esagerato, che soppianta ogni altra aspirazione di una generazione cinica e senza sogni.
Silvano, “Silver” per chi lo ricorda sul ring, è stato una promessa della boxe.
Il precoce successo nello sport, lo aveva riscattato da una vita difficile. Cresciuto in un quartiere periferico e sbiadito della città, frequenta con scarsa convinzione la scuola superiore, impegnato più a menare le mani che ad applicarsi nello studio, quando, dopo l‘ennesima scazzottata, viene notato da un allenatore di boxe che ne fa, in breve tempo, un piccolo campione.
Ma Silver, inesperto della vita e assetato di successo, si lascia invischiare in un affare poco chiaro, finendo la sua breve, folgorante carriera, in cella.
La sua vita è spezzata in due: prima e dopo l’esperienza del carcere. Solo l’amore paziente e tenace della sua compagna e il calore familiare riusciranno a curare ferite tanto profonde.
Silvano, dopo la reclusione, si sente un uomo di serie B e conduce una vita discreta, defilata (squarci della vita di provincia, vengono proposti dall'autore con pennellate rapide e precise che ci fanno "vedere" momenti quotidiani del protagonista, come se sedessimo al bar accanto a lui), fin quando suo figlio Roberto, giocatore di calcio nella squadra cittadina, imprevedibilmente, diventa “Il Grinta”, acclamato e osannato dai tifosi, ricercato da club prestigiosi, proiettato verso il successo.
Ma quando Silver inizia a godersi, orgogliosamente, quel figlio campione, la storia sembra improvvisamente accartocciarsi su se stessa e ripetersi.
Silver non lo può accettare, non può permettere al Grinta di commettere i suoi stessi errori.
Una serie di fortuite coincidenze, giocheranno a suo favore, permettendogli di adoperarsi perché suo figlio emerga dal gorgo in cui sembra essere precipitato.
Per Silver sarà anche, finalmente, un’occasione di recupero del proprio valore e della propria dignità agli occhi del figlio, per il quale, a causa del suo passato, è stato sempre motivo di imbarazzo.
La seconda parte del romanzo, tutta incentrata sullo spericolato tentativo del protagonista di impedire che si compia sul campo sportivo l’ennesimo imbroglio, è effettivamente abbastanza improbabile, però le pagine scorrono veloci, mentre seguiamo Silver che organizza una spettacolare, incredibile messinscena per salvare suo figlio.
Intanto, cadono le maschere di quanti hanno allestito un ignobile teatrino, che nasconde ai più il vero gioco, quello sporco, che si svolge dietro le quinte, a mezza bocca, nel sudore e nella concitazione degli spogliatoi.
Il lungo, amaro monologo interiore del protagonista, colpisce e rende questa storia interessante e ricca oltre la trama, che forse presenta dei punti deboli.
Il delicato rapporto padre-figlio, è raccontato con attenzione e coinvolgimento.
Il tessuto narrativo, attraverso i numerosi flashback, svela lentamente la storia di Silver, mentre la sua voce ci accompagna in un percorso doloroso, fatto di un sogno di provincia naufragato troppo in fretta, di una vita all’ ombra della colpa, che si riprende le poche vittorie, con interessi troppo alti da pagare.
Intenso e toccante.