Dettagli Recensione
Ira Domini
Dopo le eccellenti impressioni de Il segno dell'untore, prima opera dell'autore dedicata al notaio criminale Niccolò Taverna, Franco Forte ritorna a raccontarci le tristi vicende che vedono protagonista la Milano appestata del Borromeo.
In quest'opera il protagonista si ritrova a dover indagare su due vicende, il rapimento dei tre figli di un' altolocata famiglia spagnola nonché di alcuni strani omicidi di persone assolutamente non collegate tra loro se non per le modalità della morte, per mezzo di un dardo scoccato da una balestra.
Non saprei dire se le pretese del lettore fossero troppo alte ma questa storia è raccontata in modo troppo semplicistico, poco approfondito, con passaggi superflui come quello del bollitore di teste e le soluzioni ai due casi sono ancora più deludenti.
Altra nota che mi lascia perplesso è la figura di Isabella, sicuramente portatrice di colore ma assolutamente fuori luogo per l'epoca e per come si inserisce nelle vicende. Ne avrei già voluto parlare di quest'ultimo personaggio con l'autore stesso durante un incontro che purtroppo venne annullato.
Comunque l'opera si legge molto velocemente grazie ad uno stile sicuramente scorrevole.
Un vero peccato perchè Franco Forte è un autore che scrive molto bene e che con la prima avventura del Taverna ci ha conquistati.
Nelle ultime pagine ci sono già le premesse per il terzo capitolo che vedrà protagonista il notaio criminale milanese.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Ma Franco Forte scrive bene, in quest'ultimo è la storia in sè e il suo epilogo che mi convincono poco.
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Da allora mi è capitato di imbattermi, mio malgrado, in recensioni assolutamente contrastanti: incensatissimo da alcuni, lascia praticamente indifferenti altri.
Mi pare di capire che tu, Sydbar, almeno per una delle sue opere rientri nella prima categoria.