Dettagli Recensione
Appuntamento al Gambrinus, portate pop corn e ...
...patatine.
La serie del commissario Ricciardi questa volta è ambientata in un calda e assolata estate napoletana. Il panorama è sempre la Napoli degli anni 30, i personaggi sono gli stessi e la morte rivive in tutte le sue sembianze, carnefici e vittime colpevoli in misura più o meno sovrapponibili, quindi le tinte noir si pastellano tra di loro e si adagiano quasi in tono minore o assenti rispetto all’intreccio che si crea nell’esposizione degli eventi.
Il tono della narrazione appare da subito ovattato e quasi accorato, dilungato nei contenuti e a tratti ammorbante e soporifero, un’esplosione di sentimenti che fanno quasi concorrenza al più sdolcinato e pompato Nicholas Sparks, poco noir e tanto romance inflazionato. Ecco i motivi della mia delusione.
Chi predomina la scena non è il commissario triste e solitario che vede i morti ma sono le donne e la ginecologia:
Livia, elegante e bellissima primadonna del nord che si contraddistingue dalle altre, invidiata, amata e osannata da tutti gli uomini (tranne dal suo amore non corrisposto) che non trova pace malgrado la sua posizione da sirena in mezzo a tanti scorfani.
Lucia, dedita alla famiglia e all’economia domestica che con grande responsabilità e dedizione incarna la moglie ideale.
Rosa, tata riservata, scontrosa e servile domestica di famiglia che lotta tra la vita e la morte, che ruba la scena al commissario Ricciardi, vede più morte lei in tutti i sensi.
Enrica, ecco la vera passione di Ricciardi è completamente trasformata, quasi irriconoscibile, a mio avviso anche poco credibile, la crescita repentina di un personaggio quasi stereotipato che esce dal guscio con prepotente ed holliwoodiana emancipazione.
“Non siamo mai contenti, vero papà caro? Ci manca sempre qualcosa”
Sisinella, Rosinella, Bambinella, Maria Carmela.
…..E la Madonna del Carmine, anche lei protagonista, assieme al suo grande cuore alla mercé di tutti i devoti e i tristi fanatici.
Il cuore di tutti, il cuore che ama, il cuore che soffre, il cuore che rinuncia e il cuore che muore. La commedia e la tragedia umana.
Fiction da intrattenimento adatto a tutti, deboli di cuore inclusi, specie se amate le telenovelas, il capolavoro che decanta la pubblicità è solo uno specchietto per le allodole…
Hanno ucciso l’Uomo Ragno chi sia stato non si sa, forse quelli della mala o forse la pubblicità! Pluff…
I capolavori sono altre cose. Perfetta lettura estiva da ombrellone e a fine lettura niente di nuovo sotto questo sole, ammesso che l’estate 2014 arrivi prima o poi!
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Commenti
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Bella mazzata gli hai dato, quando ci vuole ci vuole. Peccato non si riesca a smettere di scrivere quando non si ha piu' niente di consistente da dire.
...avra' atto qualche sgarro a qualche industri di caffe'...
:-)))
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P.S. ma come niente estate? è arrivata perfino qui nel profondo nord :P