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Aiutare il destino
“La forza del destino” è il titolo verdiano che Marco Vichi ha dato al seguito di “Morte a Firenze”.
Nel primo romanzo della saga, i drammi individuali (e ce ne sono molti: lo strazio della famiglia della giovane vittima, l’impotenza del commissario, la violenza subita da Eleonora, giovane amante del commissario Bordelli, che viene violentata per una vigliacca ritorsione) sono proiettati sullo sfondo di un’immane tragedia collettiva: quella dell’alluvione del novembre del 1966. L’Arno esonda. Acqua e fango travolgono la bellezza della città d’arte per antonomasia e le vicende dell’inondazione sono narrate con stile icastico, attraverso una pregevole ricostruzione storica degli eventi.
Ne “La forza del destino”, l’ex partigiano Bordelli si è ritirato dal suo ruolo istituzionale. Si è sospeso dal servizio e ha acquistato un casolare sulle colline. Lì, immerso nella bellezza della campagna toscana, Bordelli si riconverte a nuova vita: si dedica all’orto, si diletta in salutari passeggiate nei dintorni, adotta un cane grosso come un orso, frequenta gli amici di sempre (il Botta, pregiudicato dal cuore d’oro con il quale realizza un “colpo grosso”; la Rosa, ex prostituta, con la quale testimonia alle nozze del medico legale Diotivede …), affina la passione per le sperimentazioni culinarie … E intanto continua a chiedersi quale sia la forza del destino. E se il destino può essere aiutato dall’azione dell’uomo. E se il senso delle cose può essere ancora chiamato “destino” quando viene propiziato dall’intervento umano.
In questo romanzo assistiamo a un sorprendente cambiamento di registro: Bordelli si trasforma da uomo dell’ordine in “vendicatore” e, tappa dopo tappa, si rende strumento di una fatalità che, qualche volta, deve essere agevolata “ad arte” se si vuole che giustizia sia fatta.
Dunque, se Bordelli non ha prove giuridicamente valide contro i gli omicidi e stupratori del piccolo Giacomo Pellissari, sarà il destino – con la sua conclamata forza, più o meno coadiuvata – a vendicare la piccola, innocente vittima. Uno dopo l’altro, i vigliacchi saranno colpiti da un destino di morte che rimette ordine nelle carte sparigliate dalla violenza umana. Il tutto, magari, avverrà anche prendendo spunto da un’indagine pro tempore condotta da Bordelli, ingaggiato dalla contessa che gli chiede di far luce sul caso di apparente suicidio del figlio Orlando.
Dopo che giustizia sarà fatta, il commissario Bordelli potrà riprendere le sue vesti, quelle che gli chiediamo di non abbandonare…
Bruno Elpis
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