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Non entrate in quella palude
Tra Ravenna e Ferrara, a sud del Delta del Po, c'è un luogo in cui la mortalità infantile è elevatissima. E' il 1925, ad indagare viene inviato Carlo Rambelli, un ispettore della sanità originario di quei luoghi in cui la vita è ancora scandita dai ritmi inalterati di una natura dal fascino ambiguo, complice di oscuri segreti che la gente del posto è determinata a tenere celati.
L'orrore è seppellito dalla fitta nebbia, oppure nell'acqua stagnante degli acquitrini dove le zanzare pullulano, confuso tra i versi di vecchie e paurose filastrocche che mettono in guardia riguardo la "Borda", un essere del quale è saggio aver timore.
L'ambientazione è incisiva in un romanzo che non lascia tregua, in cui la leggenda tenebrosa, la storiella tramandata di generazione in generazione, si mescolano con un presente sempre più coercitivo, in cui il potere del regime comincia a far sentire il suo peso attraverso uomini indottrinati a dovere e cresciuti nella più becera ignoranza. I luoghi sono palesemente ostili, pervasi da un sentore malsano (la mal'aria del titolo, non solo quindi da intendersi come la nota malattia); la situazione è sin da subito minacciosa, quasi claustrofobica, mentre ostacoli di problematico abbattimento rendono faticosa la ricerca della verità. Il livello ansiogeno si innalza col procedere della lettura sino ad un epilogo indimenticabile, crudele e di una durezza ostica da digerire.
Semplici ma ben delineati i personaggi disposti come un puzzle macabro intorno al protagonista: su tutti spiccano l'avvenente contadina Elsa e il cane del padrone, ovvero la camicia nera Bellenghi, elementi distanti ma inequivocabili simboli di un microcosmo chiuso e retrogrado.
In poco più di 150 pagine Baldini crea una realtà atavica e spaventosa, commuove e avvince, spaventa con atmosfere soffocanti immerse in un paesaggio di intenzionale isolamento, naturale sepolcro di non detti che debbono restare tali.
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L'ambientazione ricorda in parte quella de "Il sole dell'avvenire" ultimo romanzo di Evangelisti.
Credo sia uno dei primi che ha pubblicato, infatti lo stile è ancora un po' immaturo e la storia avrebbe forse meritato qualche maggiore approfondimento, comunque sia mi è piaciuto. Spero possa essere anche per te una piacevole lettura. Ciao!
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Pia