Dettagli Recensione
Promettente debutto
Il debutto di Fabio Deotto si segnala per la costruzione di un meccanismo ben oliato tramite una narrazione destrutturata in flashback.
I fatti sono quelli tragici avvenuti durante una notte primaverile nell'agglomerato cementizio (ed umano) del titolo.
Una lettura che spazia con coerenza aneddotica tra i vari livelli temporali, perdendosi solo in qualche digressione di troppo o in riflessioni non sempre necessarie.
Deotto sembra specchiarsi a volte nel suo stile diretto ed amabile -mai elementare- non riuscendo a sfruttare in toto il malessere di cui è permeato il romanzo.
I personaggi sono interessanti ed eterogenei, per l'esattezza abbiamo a che fare con un bimbo particolarmente sensibile e la sua iperprotettiva madre, una coppia dedita a riti esoterici e sesso estremo, un anziano genio paraplegico e un'attrice decaduta e ora sul baratro della follia. A far chiarezza è chiamato un commissario di polizia dai sensi di colpa (letteralmente) vomitevoli.
Sarebbe occorsa un' asciugatina qua e là, oltre ad una migliore definizione delle figure in gioco, che addizionate a quelle secondarie, diventano davvero numerose.
Piacevole nonostante alcuni passaggi frettolosi e degli "stop" che minano un po' il ritmo.