Dettagli Recensione

 
Il giorno dei morti. L'autunno del commissario Ricciardi
 
Il giorno dei morti. L'autunno del commissario Ricciardi 2014-05-12 16:01:31 Cristina72
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    12 Mag, 2014
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Topi e scugnizzi

La morte di uno scugnizzo napoletano sta al centro delle vicende di questo romanzo e delle indagini del commissario Ricciardi, uomo affascinante e malinconico con un segreto che lo condanna alla solitudine.
Lui vede quello che gli altri non vedono, vede i morti che hanno lasciato questa terra in modo violento, e riesce a sentirne gli ultimi pensieri, pensieri di vita a volte incongrui con il momento tragico, perché «morendo si va verso il nulla guardando indietro».
Non vede però il fantasma di Tettè, orfano ritrovato morto per strada, un corpicino inerme che racconta in silenzio una sofferenza troppo grande per lui e sembra immolato sull'altare del dolore.
Niente di così strano in apparenza nel decesso del bambino: gli scugnizzi della Napoli degli anni Trenta muoiono come le mosche, anzi come i topi dei bassifondi.
Eppure qualcosa reclama una verità taciuta: gli occhi di un cane randagio, innanzitutto, unico amico di Tettè e solo al mondo come lui.
La prima metà del romanzo è la più intensa, poi la narrazione si fa po' ripetitiva e il finale a sorpresa è forse un tantino forzato. Da rilevare anche una svista su un dialogo, non del tutto trascurabile trattandosi di un giallo.
Ma lo stile è fluido e vivace, ambienti e personaggi sono delineati con efficacia e il ritmo abbastanza incalzante, condito di interessanti flashback, tiene desta l'attenzione del lettore.
Le pagine dedicate al bambino e al suo cane immersi in una quotidianità fatta di violenze e soprusi sono le più toccanti e ricordano i racconti di Dickens in salsa partenopea: le due creature derelitte sembrano incarnare l'emblema dell'innocenza oppressa.
Tutto attorno c'è un mondo crudele, meschino, avido, che accomuna palazzi signorili e quartieri bassi, e c'è una città che sotto l'incessante pioggia autunnale rivela il suo lato oscuro, mentre la sua solita teatralità diventa menzogna.

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Ciao Cristina. Sarebbe interessante conoscere (con avviso di spoiler) qual è l'incongruenza che hai riscontrato... :-)
Sai cosa ? Quando leggo De Giovanni mi sento un po' come quando leggo Maigret di Simenon...mi dimentico del giallo e mi innamoro di tutto il resto :-)
Questo ce l' ho ma non lo ho ancora letto, bel commento :-)
Cristina72
13 Mag, 2014
Ultimo aggiornamento:
13 Mag, 2014
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@Cub: grazie :-) Forse Simenon ha qualcosina in più, ma non conosco ancora abbastanza lo scrittore per affermarlo con sicurezza @Bruno: la svista è abbastanza evidente e riguarda il filone di indagine legato al signore zoppo.
SPOILER: Bambinella la prima volta rivela a Maione di questo signore che aveva avvicinato Tettè, senza aggiungere altro. Maione lo dice a Ricciardi, che chiede ovviamente particolari sull'atteggiamento dell'uomo, e il brigadiere risponde che non ne sa di più.
Ma quando Maione rivede Bambinella questa fa subito riferimento al fatto che l'uomo scrollava il bambino, che insomma aveva un atteggiamento ostile.
E Maione ribatte: “Sì, questo me l'hai già detto. E allora?”.
Francamente anch'io come CUB sono affascinato dalla scrittura di De Giovanni che non mi soffermo su certi particolari. Ho trovato questo libro il più bello della serie. Questo autore a mio modesto avviso è un patrimonio dell'Italia, al pari di altri illustri come Camilleri. Un capolavori di ricerca, di poesia e di umanità! Poi se c'è questa svista...io non l'ho colta! Ma ammetto la mia infatuazione per questo libro che, ne cancella i difetti!
Ciao Cristina. Da un po' di tempo leggo soprattutto letteratura straniera. Sono però interessato anche ai contemporanei italiani: sento pareri non abbastanza favorevoli (come questo) per essere invogliato ad affrontarne qualcuno; e non intendo perdere tempo, considerando i numerosi libri presumibilmente belli di autori europei, e non solo, che attendono di essere letti.
Mi son perso qualcosa di veramente rilevante?
@Emilio e @Fonta: conosco ancora poco questo scrittore non avendolo mai letto prima.
A prescindere dallo svarione ritengo questo romanzo buono ma non un capolavoro e ho dato un punteggio alto perché De Giovanni sa sicuramente scrivere. Io poi nei libri non amo le ripetizioni dei concetti che in questo caso sono forse dovute ad esigenze editoriali (allungare il brodo). Ma tutto sommato penso che leggerlo sia tempo speso bene.
Grazie! ;-)
In risposta ad un precedente commento
Sydbar
14 Mag, 2014
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De Giovanni è sicuramente uno degli autori italiani più in vista degli ultimi anni e seppur senza utilizzare codici, vangeli, simboli o allucinanti trame trapezzistiche, si è guadagnato l'affetto dei lettori e di molti estimatori sia critici professionali che non.
Secondo il mio modesto parere questo è il libro più bello tra tutti, sicuramente per il finale ed il messaggio recondito insito nella trama.
Certo condivido anche che alcuni passaggi sono sicuramente troppo "allungati", per usare un termine succitato da chi mi ha preceduto.
Grazie per l'attenzione.
Syd
A me invece il finale non è piaciuto, il colpo di scena mi è sembrato poco verosimile. Vedremo gli altri episodi.
Il Posto di Ognuno per me rimane il migliore Ricciardi :)
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