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Un arancino tira l’altro
Fate conto di trovarvi davanti ad un vassoio pieno di succulenti arancini siciliani, magari preparati dalle sapienti mani di un'abile cuoca come Adelina. Se pensate che dopo aver mangiato il primo vi sia possibile fermarvi vi sbagliate di grosso, gli arancini sono come le ciliege, uno tira l'altro, vi fermerete solo quando il vassoio sarà vuoto. Ecco, leggere questa raccolta di racconti sul commissario Montalbano è proprio così, una volta gustato il primo non ci si ferma finché non si è giunti all'ultimo, ammaliati dall'abile e arguta penna di Andrea Camilleri, dalla sua maestria nel creare intrecci sempre nuovi e interessanti e nel trasmettere il calore, i colori, i profumi e i sapori della sua Sicilia. Venti aneddoti per altrettante brevi indagini che vedono il protagonista alle prese con storie di omonimia, onore, vendetta, soldi, gelosia, funeree rappresentazioni teatrali, perversi sequestratori, strani collezionisti, referendum popolari, insospettabili trafficanti di droga, tardivi sensi di colpa, indagini epistolari, condannati moschicidi e cenoni di San Silvestro con loschi individui. Accompagnato da fedeli collaboratori come il donnaiolo Mimì, l'anagrafico Fazio e l'esilarante Catarella, Montalbano dimostrerà tutta la sua abilità nel risolvere i casi più complicati basandosi su indizi apparentemente insignificanti, ma ci sarà un episodio in cui, dopo un acceso diverbio nientemeno che con lo stesso Camilleri, si rifiuterà di continuare l’indagine e costringerà l’autore a interrompere bruscamente la storia. Oltre al lato puramente poliziesco questa raccolta ci permette di conoscere anche l'aspetto umano del buon Salvo, la sua onestà e correttezza, le sue gioie e i suoi momenti grigi, il tormentato rapporto d’amore con l'eterna fidanzata Livia, la sua simpatia per la gente semplice e l’avversione per i poteri forti. E ancora l’attaccamento alla sua terra, la sua passione per la letteratura e quella per la buona cucina che lo porta spesso al tavolino della trattoria dell’amico Calogero a gustarsi una zuppa di triglie o sulla verandina della sua casa in riva al mare a spazzolare una teglia di sarde a beccafico preparata per lui dalla fedele domestica Adelina. Insomma, un mix di suspense e simpatia, di noir e folclore che permette di passare qualche ora spensierata senza allontanarsi dalla letteratura di qualità, molto consigliato a chi, ancora profano, cerca il modo migliore per tuffarsi nel bizzarro e gradevole universo di Vigata e dintorni.
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E che voglia di arancini, a Scala dei Turchi magari, da mangiare con le mani e poi sciacquarsi le dita in mare...
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