Dettagli Recensione
Terza indagine del Commissario Arrigoni
Terza indagine del Commissario Capo del distretto milanese di Porta Venezia, Mario Arrigoni.
Milano 1952, un facoltoso imprenditore, titolare di uno studio di grafico, viene ritrovato ucciso nel suo ufficio a seguito di una colluttazione.
Il passato ed il presente del defunto sono due nebulose torbide, fatte di vizi come le scommesse sulle partite di pelota basca, macchine potenti e belle donne.
Un delitto passionale?
Una regolazione di conti?
Un debito non saldato?
Molte le ipotesi, molti i sospettati e tantissimi i moventi.
Il Commissario Arrigoni ed i suoi collaboratori del Porta Venezia, che gli appassionati come il sottoscritto hanno già potuto apprezzare nei precedenti due libri, stanno brancolando nel buio, girando attorno a losche figure ed intrecci inaspettati.
Un buon libro ma, in rapporto ai due precedenti lavori dell'autore perde un po' di smalto. Le belle descrizioni della Milano degli anni '50 questa volta sono più prolisse a scapito dell'azione e dell'indagine..le vacanze della famiglia Arrigoni ed i voli pindalici nei latinismi con il professore spasimante della nonna sono logoranti e con nessuna connessione con il resto del racconto.
Rimane comunque il fascino di un giallo ben congegnato con un ambientazione storica inusuale ma, molto affascinante.
Consiglio ai lettori di iniziare da "il giallo di via Tadino" ma, solo per aver chiari i rapporti tra i vari personaggi che affiancano Arrigoni. I libri sono autoportanti con un inizio ed una fine propri.
Buona lettura
Indicazioni utili
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